martedì 13 marzo 2012

Un fallibile perfezionista

Mi chiedo perché io debba arrivare in stazione quando l’orologio segna le 6.00 ed il mio treno parte alle 6.30. Stiamo parlando di me, ecco pronta la spiegazione. Sono sempre arrivato in anticipo agli appuntamenti, non ho mai perso un treno. Mi spiego meglio, una volta un treno l’ho perduto pur arrivando in anticipo di quasi trenta minuti al binario; peccato però, l’amico che doveva partire con me si era addormentato. Gli epiteti allora si sprecarono. Di treni in senso metaforico invece ne ho persi molti, ma riflettendoci bene devo dire che non sono stato molto attento che passassero. Ero distratto, dai, diciamo così. Tutte le sacrosante mattine so che il treno arriva e so che aspetto molto prima di salirci. Passeggio talvolta nervosamente incrociando gli abitanti della stazione: i reduci della notte e quelli dalle occhiaie e dai volti tumefatti dal sonno. E in quel mentre, cerco di distinguermi dalla massa: mica afferro dalla tasca il cellulare e comincio ad allenare le dita. Figuriamoci. Passeggio si, e di tanto in tanto mi sorge il solito pensiero, il solito input al prossimo articolo. Stamane mi si è parata innanzi al cervello la seguente parola: fallibilità. Cercavo di capire come ne avrei parlato qui, come ne avrei reso il più possibile comprensibile e sopportabile la trattazione. La sostanza è questa: agognare la perfezione è il primo sintomo di fallibilità. Più la cerco, ben sapendo che non esiste, più mi riconosco uomo ed umano. Quale deve essere l’elemento che mi fa sentire, e che dovrebbe far sentire un uomo diverso dalla massa? Se ci penso, e lo avevo già detto, non sono mai stato un alieno come ritenevo di essere. Sono semplicemente qualcuno che ha provato incessantemente ad affinare la propria ricerca, pur rimanendo questa, fine a sé stessa. Ognuno di noi dovrebbe ambire alla propria personale perfezione; fatta di piccoli obiettivi ed accurate selezioni. Sentirsi fallibili non ci rende per ciò solo, parte della massa. E allora non è stato e non è un lavoro inutile il mio. Cerco una perfezione che non esiste, ma mi posso definire un fallibile perfezionista.
 
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4 commenti:

  1. Un articolo piacevole e profondo. La ricerca della perfezione...bello. Mi fa piacere il fatto che non sono il solo che si picca di cercare un senso nella vita e nelle cose. Caro Enzo, non sei affatto banale, da come descrivi le sensazioni del mattino.
    Buona serata.

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  2. Massimo, grazie. Sarebbe bello non fossimo rimasti in due a provarci. Penso che tendere a restringere il campo delle scelte, delle persone che ci circondano, e degli obiettivi che ci poniamo, nel senso della qualità sia importante. Spesso ciò che è ripetitivo e quindi banale, produce risultati inaspettati. Un abbraccio.

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  3. Non sono per la perfezione, nè per la fallibilità, non voglio essere perfetta e non voglio fallire nelle mie scelte. Ecco, do più importanza alla ricerca del miglioramento di se stessi. Non fallire per me è più importante della perfezione. Buona notte carissimo Enzo, un abbraccio.

    Ps.
    Brrr alle 6 del mattino in stazione...d'inverno...brrrrr che freddo!

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  4. Che freddo, e che tristezza. Le stazioni a me non mettono particolarmente allegria. Forse perchè è da un po' che non rappresentano per me il punto di partenza per una vacanza. La ricerca va sempre più affinata e come dico, quello è già simbolo di perfezione. Un abbraccio a te.

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