sabato 21 gennaio 2012

Camera cafè

U
n articolo nasce così, non perché si vuole necessariamente riempire uno spazio. Io sto provando a dare corpo ad uno spazio; è un’altra cosa. Un vuoto che si colloca tra il nulla ed il nulla. Nulla stavo facendo e nulla farò dopo. Scrivere però ha sempre un significato, una certa portata esistenziale. Per cui dubito del fatto che questo post avrà una connotazione intimistica minore di altri. Sto afferrando il momento di questo Sabato pomeriggio, cerco di renderlo magico trasformandolo in parola scritta; e non è facile dare vigore ad un momento perennemente debole, sofferente di un’apatia cronica che ormai dura da anni. “Quando tiro in ballo la voglia di relax e di dolce far niente, non è che autogiustifico l’assenza di stimoli?”, mi domando. Sapete però una cosa? Negli ultimi tempi sono diventato maestro nella capacità di dare il giusto peso e valore a cose, accadimenti, persone. E rientro perfettamente nei ranghi di un equilibrio che tuttavia, oltrepassando la corazza, è comunque instabile. Qualche giorno fa sono riuscito a diventare melanconico, persino romantico, davanti ad una squallida macchinetta del caffè. Qualche ora prima era accaduto qualcosa di strano, insolito ma tale da smuovere dal torpore sentimenti e sensazioni ormai atrofizzate. Mi conosco. Probabilmente è l’effetto di un momento di ritrovata autostima e io lì a bearmi anche un po’ di me e del mio passato. Destino, coincidenze, eventi impressi nella memoria, ricordi maldestramente risvegliati. Di tutto questo, davanti ad una macchinetta del caffè. Maliziosi che non siete altro, lo so cosa state pensando. Ma quanto tempo trascorri là davanti? Ma lavori ogni tanto? Se vi dico che non sono passati più di dieci minuti mi credete? Se ci fosse stata una bella telecamera sarebbe stato anche provato. Ora, questa è la dimostrazione lampante che non è mai ( o quasi ) un luogo od un momento particolare a stimolarmi. La vita lo fa. E quando decide di farlo non sta certo a guardare dove uno si trova e in quale situazione. Vedete, fino ad una decina di minuti fa stavo riempiendo uno spazio seppur con la mia musica preferita. Tra poco pubblicherò l’articolo e tornerò a riempire il recipiente vuoto. Ma in questo “mentre” ho dato corpo al tempo con un po’ della mia esperienza. Poco, direte voi. Ma dare un senso alla vita non è sempre così facile. E nelle piccole cose spesso il senso lo si trova.
 
camera-cafe2

5 commenti:

  1. Ma come?!? Pensavo riempissi spazio e tempo con la dichiarazione di un sentimento e invece mi racconti la macchina del caffé...

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  2. Ah ah, romantico si, ma ai minimi termini!

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  3. ah, de mannen! Tutti uguali: romantici fino al dunque...

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  4. Grazie Roberto! Troppo gentile...

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