giovedì 9 giugno 2011

Bandiera a scacchi

S
i faceva fatica stamane a distinguere il grigio sporco dei finestrini da quello della nebbia che annientava la vista del paesaggio. Per un attimo, dato anche l’abbigliamento dei miei compagni di viaggio, ho pensato fosse una di quelle giornate di inizio Ottobre: il fardello di un inverno da affrontare, un’altra estate che se n’è andata. Poi, rinsavisco e riemergo dai pensieri cupi e mi rendo conto che in fondo siamo a Giugno. Le prospettive di miglioramento ci sono tutte. Giugno…appunto. Un mese da cui mi aspetto qualche risposta di una certa rilevanza. Sta per terminare la fase “3”; a chi non dice nulla ( per ovvie ragioni ) quest’espressione dico che mi riferisco a quel periodo che mi porterà dritto all’eventuale conferma del periodo di prova e all’assunzione definitiva. Tre fasi: avevo cercato di distribuire questi sei mesi in tre momenti. Il primo, di ambientamento, il secondo di presa di coscienza della situazione, l’ultimo di totale ( o quasi ) padronanza delle mie capacità. E ora ci siamo, vedo la bandiera a scacchi. Scandagliare le varie emozioni e tutto ciò che è passato per la mia mente in questi sei mesi in un unico articolo è un’impresa da titani per chi come me , non ha il dono della sintesi. Ve lo risparmio. Ma quel 20 Giugno avrà per me un significato ulteriore dati gli ultimi eventi che mi riguardano. Credo davvero che per quella data avrò molte risposte, forse potrò tirare un paio di sospiri di sollievo e riprendere il cammino. E’ ciò che mi auguro, normale che io non pensi ad eventuali risvolti negativi. Attendendomi allo stato di fatto, sono in apnea; un automa che vive a compartimenti stagni, fa e ripete le stesse cose quotidianamente chiedendosi in gran segreto quando, e se, potrà davvero alzare le braccia al cielo per poi incrociarle dietro la testa con un’espressione soddisfatta sul volto. Non ricordo quando è stata l’ultima volta di una pizza in compagnia, di una chiacchierata spensierata per dimenticare tutto. Procedo, a comando, e come ho ripetuto fino alla nausea, trattenendo il fiato e accumulando forza mentale. C’è poi che mi sento quasi di buon umore: ne ho forse una ragione? Ma no, il fatto è che ho momenti in cui sento un’incredibile spinta emotiva che regala voglia di scherzare, di esorcizzare, di vincere ogni possibile negatività. Merito? Probabilmente di quell’autobus passato circa sei mesi fa, su cui sono timidamente salito e dove ora vorrei continuare ad occupare il mio posto. Sempre con il sorriso. Undici giorni all’alba.
 

11 commenti:

  1. Giugno. Il mese in cui il mio lavoro precario chiude ogni anno. La scuola. La scuola di un' Italia al contrario. Un lavoro che però alla fine ti sviscera e ti riempie con un abbraccio. Questo il mio giugno. Grazie per il tuo bel post.

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  2. Che bello il tuo lavoro. Io per anni ho lavorato con i bambini come insegnante "a casa". Ripetizioni private che ti regalano il privilegio di rapportarti con il singolo caso e scoprire ed imparare molte cose. E' verissimo, l'abbraccio finale è ciò che ti spinge a non mollare.. Grazie a te!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ahhh! Ma perché tutta questa tristezza? Perché tutta questa nostalgia, Enzo? La vita è bella e piena di colori. Ogni momento brutto in realtà ci aiuta a migliorare. Guarda il mondo per quello che è, Enzo! Scusami ma è stato più forte di me. Dovevo scrivere queste cose :-)

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  5. e allora punta su quei momenti... concentrati su quegli istanti in cui senti che puoi vincere ogni negatività! perché purtroppo, nel bene o nel male, siamo tutti costretti ad affrontare certi ostacoli nella vita... solo chi non si lascia affogare ce la fa... nuota fino a riva... capirai di avercela fatta quando non ti spaventerai davanti a qualcosa che potrebbe farti star male... affronta ogni sfida con coraggio! :)

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  6. Tu affronta questi giorni con tranquillità e senza crucci, ora questo weekend avrai di che distrarti :-D

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  7. Ragazzi innanzitutto grazie per il conforto e l'affettuosa vicinanza. E' incredibile però come, anche quando mi sento energico e spero di trasmettere positività attraverso il blog, non riesco nell'intento. Risultando malinconico, un po' vittima e persino triste. Uffa. Grazie ragazzi!

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  8. Non pensarci è impossibile, e magari mi prenderai per folle, ma goditi l'attesa...nella speranza che tutto si concluda nel migliore dei modi,infondo attendere delle risposte...positive, non è poi tanto male... La piena soddisfazione, è una sensazione bellissima che ahimè evapora troppo in fretta, almeno per me... Quando arriva il fatidico momento, ripenso sempre a tutto ciò che ho dovuto affrontare e alla fine ne apprezzo i risvolti positivi... Ma quel momento dura troppo poco, e subito mi immergo in nuovi crucci...per le nuove risposte che devono arrivare.
    Questo mi fa capire che anche l'ansia per una o più risposte è qualcosa da cui trarre ...piacere... Non voglio dire che goda a stare in ansia..non sono masochista, ma è difficile spiegarlo con parole.. Anche perchè per ognuno è diverso...

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  9. Artemisia quello che dici è per me chiarissimo. Mi specchio molto nelle tue sensazioni. Tutto parte da una buona dose di masochismo che fa parte del nostro essere e di difficilmente riusciremo a liberarci. Fa parte di noi. Questo non significa che non sappiamo goderci i momenti, solo ci rendiamo conto più di altri che sono attimi fuggenti. Forza, ce la possiamo fare! Un abbraccio.

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  10. E dai Enzo, vedrai che tutto andrà a posto. Se ci sarà un pò di sole in questo fine settimana potrai magari pedalare un pochino e ritemprarti corpo e spirito. Quando si attende una risposta, e noi non possiamo fare nulla per ottenerla prima o a nostro favore, l'attesa è interminabile. Ora sarai a casa e per 2 giorni di quel puzzolentissimo treno non se ne parla. Un abbraccio

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  11. Grazie Viola! Passerò questo weekend al seggio, ma l'ho desiderato. La bici mi manca terribilmente, si riparte dalla prossima settimana!!! Un abbraccio.

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