sabato 7 maggio 2011

Un nuovo punto di vista

C
irca duecentoquaranta giorni. Tanto è durata l’attesa prima di poter nuovamente inforcare la bici. Nel frattempo è successo di tutto e per una volta posso dire che questi mesi non sono trascorsi invano. Rossa, anzi granata. Questo è il colore della nuova compagna di viaggio che se Dio vorrà mi accompagnerà nelle mie scorribande per la campagna circostante. Ero un po’ emozionato scendendo la rampa del garage; emozionato e curioso perché lei, è più alta dell’altra nel senso che il telaio è di una misura superiore. Il primo viaggio ha sempre un sapore particolare. Non avevo una meta precisa ma un obiettivo, quello si ed era di non affaticare troppo le gambe, di non chiedere subito la luna ad un corpo che di questi tempi è per forza o per necessità abituato a muoversi. Oggi mi sono imposto uno strano straordinario: mattina in palestra per due ore di pesi e pomeriggio in bici. Tempi che detta il tempo, ma che a volte possono tornare utili e preziosi. Ed in effetti mi sono reso conto che i problemi stanno tutti nella mia testa, che si può fare se si ha la calma e l’approccio giusto verso ogni cosa. Del resto si tratta di cose piacevoli, mica di lavoro. Dicevo che non mi sono posto una meta; pensate che sono partito imboccando una strada provinciale convinto di raggiungere una località che non avrei mai potuto “toccare” ( me ne sono reso conto dopo 10 chilometri ) facendo quel tragitto. La bici? Sicuramente tutta un’altra cosa: il telaio più alto, le ruote più grandi e una velocità in più ( 24 ) mi dicono che ci sarà da divertirsi. La forcella anteriore ammortizzata e bloccabile all’occorrenza mi tornerà comoda sulle brevi salite. Ricordo che lo scorso anno dedicai un articolo al mio primo giorno di bicicletta ed era ( se non erro ) il 6 di Giugno, comunque la prima domenica di quel mese. Ho decisamente anticipato i tempi, e non solo grazie alle condizioni climatiche favorevoli. Non so di quante occasioni e di quanto tempo potrò disporre a tutti gli effetti per le mie uscite per cui, meglio “mettere le mani ( in questo caso i piedi ) avanti”. Maggio è un mese in cui la campagna sfodera il meglio in termini di colori. Non ho portato dietro con me la digitale per immortalare i primi “rossi” degli smisurati campi di papaveri. Ma l’emozione è sempre grande per un semplice motivo: è il punto di vista che ti regala sensazioni diverse a seconda di dove è posizionato. Il mio, quello del ciclista è uno dei più privilegiati. Penso che, pur ripetendo molti dei soliti tragitti, scoprirò cose nuove semplicemente perché ne ho la voglia. Due ore di pedalata per trenta chilometri non mi dispiacciono, soprattutto perché le gambe sembra abbiano ancora voglia di dare. Mi aspettano quattro mesi di cammino, del tutto parallelo ad una vita che sta succhiando il succhiabile. Passeggio volentieri su questa sorta di binario perché qui vivo e qui godo di un mondo di luci e colori, un nuovo punto di vista.


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5 commenti:

  1. Ecco, questo è l'approccio che intendo io.

    Vivere, e andare in bici è vivere. Vivere e non stuprarsi il cervello con pensieri idioti.

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  2. Vivere. Acchiappare energia, stancare i muscoli fino allo sfinimento. E poi far volare il cervello..

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  3. Bravo Enzo, mi piace questo tuo nuovo punto di vista! :) prendi la bici e vai, senza pensieri..... HAKUNA MATATA!!!!!!

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  4. Era ora che ricacciavi fuori la bici, bravo :-D

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  5. Grazie Giulia, grazie Paolo! Verso nuove avventure, e la bici è il messo ideale!

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