martedì 12 aprile 2011

Stallo

N
on succede nulla o almeno ne ho l’impressione. Nulla sembra che accada intorno a me in quello che chiamo il mondo materiale. Uomini, donne, persone che si muovono a ritmi frenetici che si spostano affannati da un treno all’altro, che si dannano l’anima sul posto di lavoro ( o almeno alcuni di essi ). Non accade niente di nuovo quindi. Questa è la vita ordinaria, abitudinaria, battuta in modo scontato dai soliti tempi. Io sono parte di questa grande sceneggiatura e recito il mio copione. Che è un po’ uguale per tutti. La giornata finisce in men che non si dica, per la gioia indescrivibile delle mie meningi, per la pace delle mie orecchie. Se dico che nulla accade di nuovo, credetemi, è così. Leggo Tiziano Terzani da qualche giorno e cerco di farlo con la concentrazione necessaria per apprendere il meglio di questo libro che mi fa compagnia durante le scorribande ferroviarie. Prendo il mio posto quando il treno è ancora vuoto per cui spero sempre la fortuna mi assista e non mi appioppi rumorosi e rompiballe tipo studenti universitari che a fine giornata hanno solo voglia di svaccarsi ed urlare. Apprendo molto da questa ultima lettura. Ciò che accade di nuovo è tutto qui. E traggo spunto da un breve passo per ricordare a me stesso che è importante provare a guardare la situazione attuale ( e tutto ciò che essa regala in termini emotivi ) con gli occhi con cui la guarderei magari tra dieci anni. E mi sento leggero, mi scivolano letteralmente addosso le grane, le idiote affermazioni di capi incompetenti, le grottesche situazioni che nascono dal non voler vedere la realtà, dal non voler sentire quelle che sono le ragioni di una situazione difficile. Il lavoro è questo. Non me ne frega nulla, lo sto guardando con occhi diversi. Forse se quattro mesi fa, preso dal terrore e dalle angosce di ciò che è nuovo ed ignoto avessi imparato a guardare tutto con gli occhi di adesso, avrei sofferto meno. Pazienza. C’è tutto un mondo intorno e io un po’ me ne sbatto. Il corpo suda, gli occhi sono stanchi, questa è la situazione. Dimentichiamo dunque ciò che è materiale, si tocca, si vede e passiamo a ciò che è invisibile. La situazione sembra apparentemente tranquilla. Sto cercando di non forzare in alcun modo le riflessioni, non voglio spingere la sonda troppo giù perché probabilmente troverei modo per far risalire alla luce qualche problema. Ma se scrivo questo articolo è perché ( come sempre ) ho voglia di scrivere. Passa magari un giorno senza farlo poi mentre sei sull’autobus e ti guardi intorno, pensi; vedi e rivedi le stesse facce, le stesse case, gli stessi negozi che ormai hai fotografato fin nei minimi particolari. Divago allora: la realtà al momento è questa. Nulla di nuovo. Se fosse il lavoro a suggerirmi argomenti di riflessione mi preoccuperei seriamente; ho imparato molto in questi mesi, in questi ultimi anni. Solo cuore ed anima: le fonti da cui solitamente attingo sono a secco. Vedremo, ogni giorno è una scoperta, eccezion fatta per il regionale per Torino, per il 52 e per le rotture di scatole lavorative.
 
stallo5

2 commenti:

  1. A volte anche le partite di calcio sono in stallo, ma basta un colpo di fortuna o un colpo da maestro e si sblocca tutto.

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  2. Eh si Paolo, di tanto in tanto dovrei "azzeccare" qualche sostituzione.....

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