martedì 8 febbraio 2011

Il battesimo

D
i tanto in tanto mi ricordo di avere un lavoro e qualcuno che realmente mi vuole bene. Ciò mi sovviene di rado, troppo raramente. Per cui ben venga la giornata di oggi che, sapeva di “battesimo”. Stamane, non appena sceso dal treno, la voce proveniente dagli schermi che trasmettono in random pubblicità fino alla noia mi accoglieva con un “Problemi di diarrea”? Beh, è bastato questo per strapparmi un sorriso difficile a scorgersi a causa dell’intirizzimento dei muscoli facciali. Diarrea. Sarebbe accaduto qualcosa da lì a poco, in effetti. Firmare, porre timbri, metterci la faccia. Questo avrebbe provocato la mia diarrea odierna. Nonostante tutto ho affrontato la giornata con spirito combattivo senza perdere ( purtroppo ) il mio tradizionale timore di sbagliare e la mia ormai arcinota limitata autostima. In tutto e per tutto è stata una giornata importante, esagerando direi..campale. E’ solo l’inizio, tremendamente l’inizio di qualcosa che andrà a complicarsi ma a rendermi assolutamente più forte. Dunque, passi tutto quello che è accaduto oggi. Devo ricordarmi che ho un lavoro. Lo devo ripetere a me stesso un po’ più spesso. E il fatto che, al termine di una giornata così, istintivamente prendi il cellulare in mano e componi il numero della persona a te più cara, beh, anche questo bisogna ricordarselo. Tutto questo a fugare ogni dubbio sulla mia presunta infelicità, sul mio stato di insoddisfazione che in questi ultimi giorni è tornato a farsi strada dentro di me. Effettivamente ieri sera, faticavo a prendere sonno. E non solo per un simpatico vicino che dopo le 22 pensa bene di martellare sul muro. Morfeo mi chiamava ma faticavo a sentire il suo richiamo. Ancora a tormentarmi i soliti pensieri: ma è possibile che io non riesca ancora a gioire, a godere di tutto ciò che mi sta capitando? Comincio a pensare di essere incontentabile, di ambire ad una perfezione che non esiste. O meglio, inizio a credere che la mia perfezione personale io l’ho raggiunta e conosciuta nel momento in cui tutto quello per cui ho dato anima e corpo in questi anni, ha prodotto un risultato. Non accetto che questo però sia un punto di arrivo. Semplicemente devo mettermi in testa che è questo l’inizio, un nuovo inizio. Incontentabile, dai, forse è proprio così. Ci sono momenti della vita di ognuno in cui necessariamente si deve lasciare spazio all’improvvisazione ed accettare che gli eventi prendano forma; anche gli errori che ho commesso oggi: tanti, tantissimi. Ho barba lunga e sguardo spento. Magari un bel colpo di rasoio non guasta. Tornare a casa, viaggiare su questo treno lercio acquista sempre più senso. Torno battezzato. E speriamo che quegli odiosi video in random che annoiano l’attesa di un treno mi accolgano in modo più consono. 


6 commenti:

  1. e perchè ti senti insoddifatto????...forse il timore che,gioire per le cose conquistate, quasi per scaramanzia...dovesse succedere che.......???
    Hai paura che ti svegli e ti accorgi che era un sogno???:)

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  2. Chica, è probabile che io faccia una fatica immensa a rendermi conto di tutto. L'incredibile rapidità con cui la mia vita ha cambiato faccia non mi fa ancora vedere le cose con consapevolezza. Sono in fase di passaggio...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Bhé, è l'inizio di un qualcosa di piacevole. Si inizia col lavoro, poi viene il resto, ma ci devi credere, devi essere convinto. Comincia man mano a scaricarti la zavorra di insicurezza e tristezza che porti appresso, vedrai che man mano riuscirai a liberartene.

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  5. Paolo, parole sagge. Una mia collega dice sempre: "Non piegarti troppo se no ti spezzi"....

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  6. Ciao Enzo, come ti capisco!!! L'autostima me la sono conquistata con un aiuto esterno e con molta autoconvinzione! Non mi è stata mai insegnata. Mi è stato però, disastrosamente, insegnato che anche se si è contenti non bisogna mai gioire troppo perchè la giustizia divina, il destino, non so bene chi, ci castigherà. Pensa come si può crescere con simili teorie in testa... Non conosco la tua storia e ti seguo da poco, ma ho capito che aspettavi un lavoro e che è arrivato. Il lavoro è importante. Io faccio da tempo immemore un lavoro che non mi piace, che non mi è mai piaciuto, ma che mi ha dato l'indipendenza economica e che quindi mi ha permesso di prendere certe decisioni con almeno la sicurezza di uno stipendio.
    Riguardo allom stato di insoddisfazione, penso che sia innato in noi: c'è chi si accontenta e chi non è mai veramente contento. NOn ho ancora capito se è una ricerca di perfezione,di una cosa sempre diversa, nuova, o se mai nulla mi renderà pienamente soddisfatta... Ci sto lavorando e sono già più soddisfatta che qualche anno fa...Ho imparato però che bisogna gioire delle piccole soddisfazioni quotidiane. Stupidaggini...come un caffè con una schiuma densa...un raggio di sole che sbuca al mattino...uno sconosciuto al lavoro che sorride e augura buona giornata...un libro nuovo, con quel profumo di stampa...

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