sabato 12 ottobre 2013

Di Sabato, di rosso.

P

er qualcuno è la normalità, magari qualcosa di noioso o soporifero. Per altri, come il sottoscritto, si tratterebbe di un'emozione ritrovata, di cui avverto intensamente la mancanza. Gesti che in passato marchiavo come abitudinari, di cui (e non sarebbe stato Enzo) non facevo che lamentarmi. Cambiano i tempi, cambiano le persone, cambiano le esigenze. Ed ora, un tavolo apparecchiato per due ed una bottiglia di rosso, farebbero di questa serata, una serata speciale. Enzo nel frattempo è invecchiato di almeno quindici anni, uno spazio temporale enorme, sufficiente ( in teoria ) a contenere milioni di esperienze. E a cambiare tutto. E se dicessi che non è così? Che è solo teoria? Che Enzo si, è cambiato, diventando un infido selezionatore, un incontentabile cronico, un maledetto rompicoglioni; ma non certo per il cumulo di vita raccolto. Negli ultimi dieci anni io non ho vissuto affatto. Ho annaspato tra le onde delle mie insicurezze, ho respirato a fatica l'aria pesante di un ambiente familiare che, a torto e con il senno di poi, ho considerato opprimente. Ho cercato realmente di vivere lasciandomi però trascinare dalla “sicurezza” del momento anziché tuffarmi nel mare dell'ignoto. Non avevo ( e non ho ) le palle per scegliere, per decidere, per mettere Enzo davanti a tutto. Tutta questa premessa è quanto basta per aver perso il filo del discorso: sono logorroico, chiedo venia. Dicevo, qui e ora vorrei una tavola apparecchiata, un rosso corposo e qualcuno di fronte a me con tutta la pazienza del mondo per ascoltarmi; e a cui far solo sentire che esisto. Mio Dio, ancora con questa richiesta, ancora con il melenso desiderio di condivisione, ancora con questa nenia sull'amicizia. Tutto fuori luogo vero? Tutto fuori tempo? Io vado avanti con le rughe e non posso pretendere che i valori rimangano al mio passo. Vero? E allora fantastico, e penso di essere realmente fuori luogo e fuori tempo massimo; ed è inquadrandomi al di là della cornice di questo mondo così preso da se stesso, tanto oberato nel suo specchiarsi per non riconoscersi mai, così maestro nel predicare razzolando male, che mi ritrovo. Ecco, stasera vorrei ubriacarmi di rosso, per dire le mie verità, tutte o nessuna, chi lo sa. Della serie: momenti che mi mancano e che mancheranno sempre più fino a quando queste dita scriveranno su questi fogli. Ed è Sabato sera.


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