sabato 4 agosto 2012

Si ritorna

E

ccoci qui, il tempo ci prende per il culo alla grande. Lunedì torno al lavoro e ricordo bene la mia frase prima di varcare la porta un paio di Venerdi fa: “In men che non si dica sarò di nuovo qui, il tempo ci fotte sempre”. Ricordo i crampi allo stomaco, la paura di non saper completamente disattivare il cervello, temevo seriamente non me la sarei goduta. Vorrei fare con voi, come se stessi parlando ad un amico ( quanto ne avrei bisogno in questo momento, Dio solo lo sa ), alcune riflessioni. Non so cosa mi aspetterà dal punto di vista professionale. Di sicuro troverò lo stesso inferno che ho lasciato quindici giorni orsono, ma le novità arriveranno probabilmente da Settembre per cui mi sembra piuttosto prematuro parlarne. In questi quindici giorni la mia mente non si è presa una vera vacanza, concentrandosi su quelli che sono i limiti della personalità e del carattere. Ho capito quanta strada c’è ancora da fare per poter costruire un Enzo pienamente capace di resistere agli urti. C’è una parola che mi ritorna in testa di continuo e che ben si addice a molti aspetti della mia esistenza e quella parola è : paura. Ho paura di volare, ho paura di iniziare, ho paura di finire, ho paura di rischiare. Prendetemi per matto: ieri pomeriggio tornando dalla piscina parlavo da solo in auto. Come se avessi qualcuno accanto, tiravo fuori questo discorso sulla paura. Mi ripetevo che niente può cambiare, meno che mai io, se non mi metto in testa che non posso sempre iniziare qualcosa senza finirla. Smettila Enzo di camminare in punta di piedi se poi, al momento di fare il salto, torni con i piedi a terra. Paura. La ricerca a livello virtuale, sebbene dettata da uno stato di necessità, può travolgerti e affossarti se affrontata anch’essa con paura. Non avere paura di fare nuove conoscenze, affronta tutto con la giusta leggerezza. Me lo ripetevo ieri, in auto. Devo sgombrare il campo. Non posso avere paura di me stesso, nemmeno del futuro, ancor più grave averne del presente. Se il presente non mi piace, posso agire, ma devo andare sempre e comunque fino in fondo. Mi devo giocare le carte. Con questa determinazione, tutto andrà bene.

 
paura

6 commenti:

  1. Il problema della consapevolezza, mi viene da osservare dopo aver letto il tuo post. Non è facile vivere le giornate senza lasciarsi divorare dal mondo fuori e dentro. Esserci, certo, ma con sforzo, questa è la via, praticabile.
    Buona domenica

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  2. Sottolineo le ultime frasi, agisci e quando stai per agire, spegni il cervello, che genera impulsi di paura.

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  3. Ti commento su questo post, ma il discorso cade inesorabilmente su quelli precedenti che mi hanno particolarmente colpito. Come hai potuto vedere, non è semplice scambiare due parole al lavoro. Provo, il più brevemente possibile, a commentare. Molte volte, davanti a sconfitte o paure ci chiediamo dove sbagliamo, cosa avremmo potuto fare perchè le cose non andassero in quel verso e non facciamo la cosa più giusta che è quella di chiederci dove gli altri hanno sbagliato o cosa hanno fatto di proposito perchè quella determinata cosa succedesse. Fermati Enzo, per un attimo, guarda gli altri come se stessi guardando un film, chi sono quegli attori?, allarga la scena e chiediti cosa vogliono raggiungere comportandosi così, cosa guadagnano o cosa perdono, sono consapevoli del fatto che possono perdere? Tu sei tu, non devi avere timore di dimostrare chi sei, cosa devi nascondere??, tu sei come un calice di acqua limpida, se ci metto della terra, sono io che sporco l'acqua, tu cosa centri? tu eri e sei l'acqua limpida. Molte volte, le persone, si definiscono amiche, ma in realtà sono a malapena conoscenti, non conoscono il valore dei sentimenti e anzi, utilizzano gli altri per ottenere quello che vogliono e sono disposti a calpestare senza guardarsi indietro. Quindi non sei tu a doverti mettere in discussione, ma sono loro che non valgono molto. Le persone che ti vogliono bene, te ne vogliono per quello che sei, con i tuoi dubbi e le tue certezze, e di sicuro non cercano di cambiarti, perchè quello che hanno visto in te è forse quello di cui avevano bisogno. Chi è amico di Enzo lo è per questo Enzo. Buona serata. Laila

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  4. Massimo, credo non si raggiunga mai la piena consapevolezza di se stessi, semplicemente perchè siamo in continua evoluzione. Potessimo fermarci a fare un inventario di noi, magari metteremmo tutto a posto. Starci dietro non è facile. Ci proviamo. Un saluto.

    Paolo, la paura di agire spesso è legata a qualcosa che nono conosciamo. Bisognerebbe sempre pensare di essere nel giusto,e la paura svanirebbe. Un abbraccio.

    Laila, come ho avuto modo di dirti personalmente, ho apprezzato molto questo commento, l'esempio dell'acqua soprattutto. Sto provando ad essere sempre me stesso ma, allo stesso tempo, a non aprire troppo le pagine del mio libro.Pagina per pagina, piano piano, aprirsi agli altri può risultare indolore, soprattutto se vivi tutto con la consapevolezza di essere vero, senza maschere. Poi, chi vuole sporcare l'acqua, non potrà più berla. Un grande abbraccio.

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  5. Se non provassimo questo senso di paura agiremmo sempre e solo d'impulso. Spesso sovrapponiamo il concetto -e la sensazione- di paura alla sfera razionale che ci prospetta, in sede di scelte, i possibili risvolti. E se fossimo in grado di controllarla non saremmo umani...

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  6. Federica innanzitutto grazie di essere passata. Il momento delle scelte per me è stato sempre deleterio. Imparando a non guardare più in là del mio naso, a ciò che mi potrebbe accadere sto gradatamente prendendo coraggio. Ma la strada è lunga. Grazie, e buona serata

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