lunedì 13 agosto 2012

Una pagina alla volta.

I

l rientro è stato morbido, più di quanto potessi immaginare. E pure con qualche sorpresa attinente al mio futuro lavorativo. Ne parlerò a tempo debito. Ci ho messo del mio, e ne sono felice, perchè come tutti sappiamo non sono solo gli eventi a renderci felici o tristi, conta moltissimo la nostra predisposizione. E dopo quei quindici giorni di riposo io già qualcosa l'avevo imparata. Riesco a mettere nero su bianco un po' di pensieri sparsi dopo circa una settimana e questo non mi consente alcuna riflessione a caldo. Fidatevi però, sto bene. A volte “twitto” e facendolo, riesco ad esprimere concetti importanti in pochi caratteri (centoquaranta). Ieri, ad esempio, ne ho postato uno con riferimento alla mia fragilità emotiva nella fase iniziale di un rapporto. Ho scritto questo : “Ti offrirò di leggermi piano piano, come le pagine di un libro e se riuscirò a non farti conoscere la fine, probabilmente ti innamorerai di me”. Un chiaro richiamo alla tempesta emotiva di cui sono vittima consapevole, non appena sento di legarmi a qualcuno. Un turbine di emozioni che spesso mi fa dimenticare tutto, persino quei pochi scogli a cui so di potermi aggrappare. Uno stravolgimento che scopre tutte le carte e che è quasi sempre figlio della paura. Che poi, a sua volta è diretto discendente di un'altra ossessione: la solitudine. Ho pensato molto alle mie fobie, ai pianti che ne conseguono, alle carenze che spesso esasperano i toni di un legame, magari embrionale. Mi ci vuole una sorta di equilibratura. Quando sto bene, come ora, è perchè riesco perfettamente a gestirmi, a non lasciarmi trascinare troppo dal nuovo che entra nella mia vita. Che poi, cos'è e dov'è tutto questo nuovo? Parlo semplicemente della mia apertura al prossimo che tocca la mia vita, magari la sfiora soltanto e che per me è sempre motivo di attenzione. Ritornare al lavoro sta indubbiamente agevolando l'opera di dosaggio emotivo senza però farmi dimenticare che sono un uomo ancora pieno di carenze. Devo fare alcuni progressi fondamentali: imparare a scegliere, agire dopo averlo fatto, e possibilmente capire che non è il caso di focalizzare eccessivamente l'attenzione sull'altro. Va bene, bando alle ciance. Ho ancora un po' di giorni di lavoro prima di un'altra settimana di ferie che trascorrerò in Umbria. L'obiettivo è vivere bene questi giorni, non preoccupandosi di ciò che accade ed accadrà. La predisposizione è essenziale. I cambiamenti, a volte necessari, a volte determinanti per fare il grande salto; e allora non sarò solo spettatore ma piena parte in causa. Magari mi diverto anche.

 
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