domenica 29 luglio 2012

Un magico elettrodomestico

S

i vede che sono emotivamente “carico”. Ieri, leggendo le ultime pagine di un libro nel quale mi sono fortemente immedesimato, mi sono commosso. Fortuna che avevo su i miei fanali da sole, gli occhi mi avrebbero tradito e, probabilmente anche la voce. In questi periodo riconosco e accolgo tutte le mie debolezze perché non sempre la fragilità umana porta con sé scompensi e negatività. Mi accorgo ad esempio di essere particolarmente stimolato ad argomentare, mi sento ispirato, potrei persino scrivere un libro di poesie. E’ il lato magico dell’empatia portata agli eccessi. Ieri, dicevo, ho imboccato il primo treno per il mare, subito atterrito dall’orda umana che prendeva posto in ogni dove sul vecchio regionale a due piani. Non stai andando a lavorare Enzo dai, non cominciare a lamentarti altrimenti ti rovini il viaggio. Ho impiegato una decina di minuti nell’intento di farmi entrare questo concetto in testa poi, zaino a terra, ho tirato fuori il mio libro. Le pagine, solo le pagine. Non ho distolto lo sguardo fino a che un signore attempato con bagaglio da emigrante primi del Novecento, si è reso conto che era il caso di alzarsi. Avrebbe infatti dovuto scavalcare ammassi di ciccia, trolley e persino qualche tavola da surf per poter raggiungere la tanto agognata uscita. Scatto felino, ho affondato il colpo finale e mi sono seduto; dopo quarantacinque minuti in posizione semi eretta, persino quei maledetti sedili blu sembravano poltrone di Roche Bobois. Insomma, fino al momento di quelle ultime pagine di quel libro che tanto mi ha provato. Si dirà che non è il libro, che non è ciò che ci circonda a provocare in noi reazioni tanto esagerate ma siamo proprio noi ad avere una certa predisposizione. Ricordo perfettamente quei periodi della mia vita in cui, il mattone esistenziale batteva cassa: non mi era concesso di nasconderlo più di tanto, non era propenso a farmi credito per troppo tempo. Ad un certo punto risaliva, ed io dovevo pagare il prezzo. Torna su, il mattone, poi lo spingo giù. Ora che è arrivato fino alla gola, strozzandomi in una presa da lottatore, pago il mio dazio. E come dicevo non si tratta solo di difese azzerate, di fragilità emotiva degna di un neonato. Voglio parlare di una sensibilità acuita che si manifesta in ciò che scrivo, in ciò che leggo, in ciò che vedo. Mettete ad esempio, il mare. Ieri, al ritorno dal mio viaggio mi è balenata questa frase “ Il mare lava l’anima, strizza i pensieri bui e asciuga gli occhi del pianto. Il mare, è un elettrodomestico magico”. Se non vivessi di emozioni, non riuscirei ad inventarmi simili sciocchezze.

 
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4 commenti:

  1. Ciao Enzo. Bello vero quando un libro ti "prende", vero? Ed è bello avere la sensibilità per farsi catturare dalle pagine.
    Ma al mare, come sei stato???

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  2. Ciao Viola! Bellissimo, direi. Poi quando leggi qualcosa di profondo in un periodo nel quale sei particolarmente "predisposto", allora..... Al mare sono stato bene. Tanto da programmare un'altra visita a breve. Spero tu possa goderti le ferie nel modo migliore ( ammesso che tu lo sia già, in ferie )....Un abbraccio, Enzo

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  3. Sì, questa è la seconda settimana delle ferie "lunghe". E sono stata a casa. Vari inconvenienti e casini hanno fatto sì che desiderassi starmene tranquilla. Mi sarebbe piaciuto andare un giorno a Camogli, ma in macchina è puro stress e in treno, per non fare cambi, dovrei partire all'alba. Amen. Quest'anno va così. E il 6 rientro nella "gabbia". Dopo le ore di aria, si ritorna nei ranghi. Peccato!

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  4. Camogli? E' proprio lì che sono stato ed è lì che ho intenzione di tornare magari per un weekend. Io mi godrò ancora una settimana a Settembre (vado in Umbria ) ma via,si riparte!!!!

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