giovedì 13 dicembre 2012

Passaggio obbligato

I

rrefrenabile. Potrei definire così la mia voglia di scrivere lungo questa settimana, a dimostrazione ( se ce ne fosse bisogno ) della voglia di comunicare. E siamo quasi a Venerdì, questa è la prima buona notizia. Non sto bene fisicamente, sono spossato e il freddo gelido mi penetra nel corpo e nella testa dal mattino fino a che non sprofondo sotto le coperte. Sarò sincero: non ho alcuna voglia di trascorrere il prossimo fine settimana in Trentino. Al di là dell’assenza di stimoli, il solo pensiero di starmene al freddo salendo e scendendo dai soliti treni, mi infastidisce. Ho solo bisogno di caldo e di assenza totale di pensieri. Sono stato comunque bravo. Dopo aver dato libero sfogo alle emozioni negative per tre giorni consecutivi, ho vissuto questa settimana all’insegna della razionalità. Ho cercato di fare leva sull’unica arma possibile ed efficace per controbilanciare una perdita consistente di lucidità. Ci sono riuscito. E’ il solito passaggio obbligato di cui mi è capitato di parlare spesso: tempesta emotiva, poi razionalizzazione. Tutto il bene che mi posso dare passa attraverso la sofferenza e la conseguente presa di coscienza della fugacità del tutto. Al fine di poter accettare e dare vita ad un rapporto o relazione umana ritengo sia assolutamente importante captarne immediatamente i limiti intrinseci ed accettarli. Non si può voler a tutti i costi idealizzare qualcosa che nasce imperfetto. Sono un estimatore di coloro i quali sanno vivere le emozioni ma non per questo le esasperano; ammiro ed invidio un po’ chi , pienamente cosciente dell’inesistenza della perfezione, non la cerca e la vede nel solo fatto di esistere e dare. Ahimè, sono lontano mille miglia da questa visione della vita e del mondo. Il mio personale vissuto è sempre pronto a ricordarmi che amare, dare una parte di sé a qualcuno significa comunque soffrire. E io non voglio. Lo si capisce o no? Negli ultimi mesi ho nuovamente provato sulla pelle cosa voglia dire provare ad aprire le porte del cuore. Non ce la faccio, scusate ma non ce la faccio proprio. Sono una persona che non conosce le mezze misure: non pretendo niente, oppure voglio tutto. Ora sono per la prima delle due ipotesi. Sono stato bravo, perché alla fine ho risparmiato sulle contrazioni dello stomaco e sui pensieri forti, quelli che ti portano a domandarti cosa vuoi e perché. Devo solo riprendermi fisicamente, poi tornerò ad essere il solito automa dal corpo tonico e dal cuore nuovo.

 
testa-e-cuore

5 commenti:

  1. Carino il nuovo nome del blog, ottimo :-D

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. ma non lasciare che la razionalità abbia SEMPRE la meglio, mi raccomando!

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    1. Grazie Patalice di essere passata! Ci provo, ci provo maledettamente. A presto!

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