martedì 18 dicembre 2012

Le basi della matematica

S

crivere è una droga e la vita è il mio pusher di fiducia. Incredibile a dirsi e a pensarlo ma anche un’esistenza vuota costituisce terreno fertile per i pensieri e le riflessioni più interessanti. Ed è proprio nella vita vuota di un solitario che le emozioni ed i sentimenti raggiungono livelli di eccellenza forse perché conservati allo stato originario. Non è forse nella perversa relazione umana che le anime più pure ed innocenti finiscono con il contaminarsi del germe del compromesso, della rinuncia, della sottomissione? Rabbrividisco nell’ascoltare anime in tempesta vittime di un personale compromesso con la propria dignità. A quelle più disperate che ascolto di frequente in pausa pranzo, vorrei tanto regalare quello che l’avvento dei quaranta mi ha gentilmente offerto: si chiama saggezza. A questi cuori sofferenti senza un apparente motivo e senza alcun merito vorrei dire che di tanto in tanto nella vita bisogna ricordare i fondamenti della matematica. Due più due, fa sempre quattro. Così, nel bel mezzo di una giornata anonima di un uomo anonimo e solo, si riscopre la sofferenza di chi non è solo ma è come se lo fosse, ancor più del problematico autore di questo blog. Perdonatemi il cinismo, ma di fronte a certe confessioni, io non provo alcun tipo di pena. E pongo un bel strato di calce tra l’ennesima fila di mattoni che sto costruendo a protezione del cuore. Mi chiedo ( senza timore di sbagliare risposta ) se quarant’anni suonati siano una condizione piuttosto che semplicemente un fatto anagrafico. Io ritengo che non ci si possa più permettere di soffrire per amore e di accettare consapevolmente le parole di chi non ci ama come fossero l’unica coperta disponibile in una fredda notte d’inverno. Quante volte mi sono lamentato della mia posizione yoga del Venerdì o del Sabato sera, quante volte ho maledetto il riverbero dello schermo. La mia compagnia. Oggi sono consapevole di avere più coperte a disposizione per ripararmi dal freddo della solitudine. E la più calda sono io, con le mie strampalate convinzioni, ma con l’appiglio inamovibile di un cervello. “Non puoi capire se non vivi o non stai vivendo una relazione”. Vero. O forse capisco benissimo ed è per questo che viaggio in solitario. E in questa vita vuota e solitaria trovo materiale per dire qualcosa. Oggi lo dico a te, ignara compagna di pausa pranzo, così carente in matematica.

 
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1 commento:

  1. Sono, in parte, daccordo con te (strano ma vero!) penso che la vita sia fatta di scelte, le quali non devono essere fatte in base ai consigli o al bon-ton o altri motivi...le scelte sono fatte con noi stessi e una volta deciso bisogna essere coerenti con se stessi. Non devono essere gli altri, i loro ricatti sentimentali a gestire la nostra vita, dobbiamo essere noi a scegliere e decidere come vivere. Si può anche decidere di vivere soffrendo, ed è accettabile se è una propria decisione.

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