mercoledì 26 dicembre 2012

“6 politico”

N

atale indenne, ora si punta al 2 Gennaio. Ci dormirò su e in men che non si dica sarà primavera. Uso l’ironia che torna sempre utile nei momenti bui oltre ad essere un ottimo antidoto per scacciare la rabbia preponderante quando la finzione viene portata all’esasperazione. Lo stato di calma apparente di questi giorni a casa ha persino portato una strana vena di romanticismo. Ho cominciato ad ascoltare canzoni melodiche. Triste no? Voi direte, sempre meglio che disperarsi o strapparsi i capelli che non ho. Si. Ricordo il pianto dirompente di non più di dieci giorni fa; mi resi conto che quelle lacrime avrebbero mitigato il mio astio per il Natale. Ora sembra tutto più semplice. Si tratta di superare lo scoglio del 31 Dicembre che per la prima volta, trascorrerò a casa come una qualsiasi serata dell’anno: la normale conclusione di un processo in parte voluto, in parte cercato. Vietato lamentarsi, opportuno cercare di isolare la mente ed il cuore dal resto del mondo almeno per qualche altro giorno ancora. Poi riprenderò la mia vita di sempre, i miei orari impazziti, le mie salite e discese, il mio inopinato tentativo di dare un senso alle poche ore di libertà, i miei fine settimana occhi in sù, a fissare il solito punto. Ci sono momenti in cui i nuvoloni grigi nel cervello lasciano intravedere uno sprazzo di sole. Distolgo l’attenzione dal quotidiano, da ciò che ho e non ho ora per immaginare possibili scenari di cambiamento. E mi prende il crampo allo stomaco perché realizzo che tutto o quasi potrebbe dipendere da me. Mi impegnerò a vivere in modo superficiale? Farò del mio meglio per considerare il prossimo come amico? “Signora, suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Che bei ricordi. Non ero e non sono ambizioso. Il compitino bastava e avanzava allora, può bastare anche oggi. Perché a scuola c’era qualcuno che bene o male ti giudicava; oggi, il maestro sei tu e solo tu puoi darti un voto. Ho un rendimento altalenante, spesso e volentieri sbaglio e non imparo. Uso la penna rossa in continuazione, sottolineo con forza gli errori. Ma alla fine mi dò un bel 6. In occasione del prossimo compito in classe dovrei fare meno calcoli e studiare. Devo tornare sui libri, mamma mia è il mio incubo ricorrente! Ma non avevo appena finito di dire che mi lascerò trascinare dagli eventi? Devo probabilmente arrivare ad odiarmi, a bocciarmi. Me ne andrò da me stesso e vivrò.

 
voto6

2 commenti:

  1. Buone Feste, Enzo, anche se con un leggero ritardo. Il silenzio rimane la miglior compagnia, quando il mondo ci ha stancati.

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  2. Grazie Massimo, tanti auguri anche a te. Vero, saperlo ascoltare ci può aiutare non poco. Un caro saluto.

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