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Buon Anno! |
mercoledì 29 dicembre 2010
In alto i calici
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martedì 28 dicembre 2010
Ruote e Valigie
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domenica 26 dicembre 2010
Un senso
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venerdì 24 dicembre 2010
A parte tutto..è Natale
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giovedì 23 dicembre 2010
Tempo al tempo
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mercoledì 22 dicembre 2010
Punti fermi
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martedì 21 dicembre 2010
Primo impatto
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sabato 18 dicembre 2010
Dotazioni necessarie
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giovedì 16 dicembre 2010
La solita minaccia
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mercoledì 15 dicembre 2010
Una nuova avventura
ue articoli a distanza di poche ore. Cosa sarà mai successo? Qualcosa di importante, di realmente importante. L’attesa è finita, Lunedì 20 Dicembre inizierà per me una nuova avventura. Inizierò dunque a lavorare al Comune di Torino, e questo è sicuramente l’articolo più difficile da scrivere. Perché in questi momenti vorresti fare di tutto. Ridere, piangere, abbracciare, urlare, fantasticare. Vorresti condividere ogni attimo con chi in tutto questo tempo ti è stato/a vicino con chi ha creduto in te, ti ha spronato a non cadere, a rialzarti qualora fosse successo. Vedere la luce dopo lunghi chilometri di tunnel ti regala un’insostituibile sensazione di liberazione ed il bagliore accecante quasi ti stordisce. Sono stordito. Si. C’è un pensiero che più di ogni altro attraversa la mia mente: è il pensiero di avere accanto a me le persone più importanti della mia vita e sono sicuro che a loro devo tanto, tantissimo. Li abbraccio tutti in modo corale. Qualcuno mi ha insegnato che gli eventi della vita vanno affrontati di petto, a testa alta, rimanendo umili e timorosi al punto giusto. Ed è così che mi va di andare. Cosa cambierà nella mia vita? Quante domande, quanti timori solo un mese fa. Ora stranamente non ho più paura perché so che al di là di quello che sono e sarò, io non cambierò mai, io sarò sempre Enzo. E non permetterò a niente e a nessuno di togliermi ciò che ho di più caro. Che confusione eh? Già sconclusionato di mio, non mi sto rendendo conto di cosa scrivo, di quello che magari di stupido potrei ancora dire. Vivo questo momento come un bambino che ha aperto il suo regalo più bello. Amici carissimi che mi leggete e mi avete sempre dato con le vostre parole un conforto davvero importante, Vi ringrazio. Di cuore. Questo blog continuerà ad essere il mio scrigno, il mio rifugio. Ci tenevo davvero a rendere il più possibile plausibili le mie emozioni. Avessi fatto passare la notte probabilmente non sarebbe stata più la stessa cosa. Non pensate di liberarvi di me. E’ una minaccia.
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Rifugi
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lunedì 13 dicembre 2010
Un altro giro di giostra
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venerdì 10 dicembre 2010
Alcool test al mattino, grazie.
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giovedì 9 dicembre 2010
Austerità
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mercoledì 8 dicembre 2010
Non mi sei mancato
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sabato 4 dicembre 2010
Non ucciderlo!
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venerdì 3 dicembre 2010
Tempo sospeso
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giovedì 2 dicembre 2010
Elogio del sole
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mercoledì 1 dicembre 2010
La centrifuga
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martedì 30 novembre 2010
Dicembre è…
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lunedì 29 novembre 2010
Curve e dossi
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Percorsi molto tortuosi in vista |
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domenica 28 novembre 2010
A me, non fanno ridere.
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sabato 27 novembre 2010
Sala d’aspetto
suggerirmi l’articolo di oggi è stata una canzone. Se volete ascoltarla mentre leggete il post, vi allego il video. Ascolto pochissimo la radio, anche in macchina; di gran lunga preferisco il mio lettore mp3 o i cari vecchi cd ove custodisco tutta la mia musica preferita. Si rende di tanto in tanto necessario qualche aggiornamento perché capisco che, ascoltare in random sempre gli stessi brani può risultare noioso. Qualche giorno fa però, trovandomi a fare il passeggero, ho sentito questo pezzo provenire dalla radio. E come sempre accade quando parte l’attacco di una qualsiasi canzone, comincio a fare vari collegamenti cercando di immaginare a quale preciso momento della vita quel brano mi riporti. Ma questo gran bel pezzo di Raf ha un particolare significato essendo di fatto celebrativo della fine di un’epoca di cui tanto si parla e a cui spesso con grande nostalgia si ripensa. Mentre ascoltavo la canzone mi è sovvenuta un’ ”incredibile” intuizione: ma, stiamo o non stiamo avvicinandoci alla fine di un altro decennio? E nonostante l’idea di guardarmi indietro mi incuta il solito timore, viene spontaneo provare a fare un’analisi di questi dieci anni di vita. Sotto il profilo personale devo riconoscere si è trattato di un periodo se non buio, piuttosto oscuro. Un periodo durante il quale l’insicurezza unita all’incapacità di affrontare situazioni e adottare decisioni di una certa rilevanza, si sono rivelate determinanti per il mio futuro a livello professionale. Ci sono stati momenti in cui avrei potuto e non ho agito, altri in cui avrei dovuto e ho avuto paura. Questi dieci anni? Sotto il profilo delle relazioni personali li potrei immaginare come una grande sala d’aspetto all’interno della quale si sono avvicendate tante persone (ognuna con il proprio bagaglio -talvolta pesantissimo- ) nessuna delle quali però, mai seriamente intenzionata a fermarvisi. Un grande andirivieni dunque, ove l’unico spettatore immobile, senza una precisa destinazione, pareva proprio il sottoscritto. Ma sarei davvero ingiusto se non riconoscessi a questi dieci anni il merito di avermi fatto incontrare persone per cui è valsa la pena e vale tuttora la pena di dire: “andiamo avanti”. Mentirei a me stesso se non sottolineassi quanto questa fase sia stata fondamentale per la mia crescita interiore. Il decennio dei miei “40”. Beh, che dire di fronte a tanta saggezza acquisita: chiudo questo articolo con un grazie ai miei anni che sono scivolati via così rapidamente quasi a volermi fare aprire gli occhi sul mondo.Quel mondo di cui forse ora ho ben chiari i confini.
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venerdì 26 novembre 2010
In coda
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Un sorriso ogni tanto non guasta.. |
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martedì 23 novembre 2010
Picchettaggio
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Uhm..a volte bastano poche parole.. |
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lunedì 22 novembre 2010
Question time
l weekend appena trascorso , seppur buio e piovoso, ha fatto luce sulle ombre ed i pensieri negativi che si sono rincorsi nella mia mente durante la scorsa settimana. Merito di una riflessione forzatamente indotta dalla solita assenza di svago ma alquanto produttiva perché lucida. Lavoro dunque sempre da solo, sono io l’interrogante, io che pongo quesiti e sempre io a rispondere, ad illuminarmi. Una sorta di “question time” il cui protagonista è il sottoscritto con domande e risposte a raffica. Dicono che so ascoltare ma preme ricordare che sono molto bravo ad ascoltarmi ed ho sinceramente più a cuore questa seconda capacità. Quando decido di rivolgermi qualche domanda chiedendo il perché di certi miei atteggiamenti e di quelli altrui, mi accorgo di non avere più molta fretta di rispondere. Mi prendo il tempo che serve e poi, provo a fare chiarezza. Quell’impulsività che qualche anno fa si traduceva nella tendenza a tirare conclusioni affrettate mi ha di fatto abbandonato. Il proverbio dice che “a pensar male si fa peccato ma il più delle volte ci si azzecca”; spesso i fatti mi hanno dato ragione nel fidarmi o nel non fidarmi di qualcuno “a pelle”. Poi mi sono detto: “Perché limitarmi ad una valutazione approssimativa che potrebbe rivelarsi anche svantaggiosa oltrechè pregiudizievole?” E così, ho smesso di pensar subito bene o male di qualcuno sperando che, data una possibilità, concessane un’altra, alla terza io potessi finalmente avere una prova dell’affidabilità di chi mi stava di fronte. Questo secondo metodo di valutazione non mi ha dato le garanzie che cercavo ma mi ha aiutato ad accettare le persone per come esse sono. E, questa stessa tempistica nel giudicare gli altri io la sto adottando nei miei confronti. Sbaglio a fare una cosa? Beh, mi concedo un’altra possibilità. Sbaglio ancora? Me ne concedo un’altra. Alla terza, deduco che sono umano, ovvero imperfetto e magari anche coglione. Me lo dico io, non ho bisogno che lo facciano gli altri. Mi ritengo dunque fortunato ad essere io, l’unico confidente di me stesso, perché non c’è peggior amico di quello che ti consiglia dicendo ciò che tu vorresti ti venisse detto. Giusto? Ed io, che sono il più ipercritico dei critici, posso autobastonarmi e mangiare la carota quando voglio. Un grazie però lo devo rivolgere a chi sa sempre ascoltarmi con pazienza in modo disinteressato e riesce ( e ce ne sono pochissimi ) a starmi dietro, nonostante il fondo del barile sembri scendere ogni volta.
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Solite domande, nuove risposte |
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domenica 21 novembre 2010
Puntare l’obiettivo
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Quell'obiettivo me lo sogno.. |
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sabato 20 novembre 2010
Crisi di rigetto
iflessioni di metà cammino: la giornata è uggiosa e induce al sonno , alla lettura, al non fare nulla. Io naturalmente opto per qualche elucubrazione nel mio stile ovvero “di peso”, ma nel senso di pesante da reggere. A questo punto, potete fermarvi qui e scegliere di meglio. A poco più di due anni di distanza dal mio “quarantesimo” , questa settimana ho avuto una vera e propria crisi di rigetto. A quel tempo riuscii ad esorcizzare il raggiungimento del fatidico traguardo, dapprima attraverso un viaggio a Parigi, poi in modo quasi del tutto incosciente. In fondo quaranta è solo un numero e spesso i numeri hanno un significato del tutto relativo; l’ho imparato soprattutto a scuola, quando un maledetto voto avrebbe potuto caderti addosso come un macigno. Credo che l’età anagrafica allo stesso modo, giochi un ruolo marginale. L’età, quella vera, la dimostra la nostra indole, la nostra voglia di vivere e lottare. Gli studi scientifici mi collocano più o meno a metà del percorso, ma solo gli studi, per carità; non oserei mai contraddire colui che ha già “piazzato” la bandiera a scacchi di fine corsa in un punto a me sconosciuto. Ecco perché, a fronte soprattutto della prospettiva ( per ora ancora teorica ) di un possibile cambio di vita, ho avvertito un senso di oppressione. Da un lato, il futuro che mi chiama a gran voce e dall’altro il mio passato che, d’un tratto è tornato prepotente a trovarmi. Si perché, di fronte ad un cambio sostanziale di vita, tutto ciò che è stato torna a trovarti e nel mio caso questo “tutto” assume la forma di: errori, tempo perduto e altro ancora. Ti ritrovi esattamente “nel mezzo del cammino”, ma senti che forse, questo momento, a livello emotivo, avrebbe dovuto arrivare molto prima, avresti dovuto tu, farlo arrivare prima. Esiste per fortuna un “presente” che, se vissuto nel modo più appropriato, costituisce un antidoto in grado di anestetizzare paure e paranoie varie. La crisi, ad ogni modo è passata; se qualcuno mi ponesse uno strano quesito del tipo: ” Ti impaurisce più il tuo passato od il futuro?” io risponderei senza mezze parole: “Il mio passato”. E voi? Io, vado a godermi un po’ di presente, che in questo esatto momento ha la forma di musica, qualcosa cui non potrei mai rinunciare.
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venerdì 19 novembre 2010
Goldrake e Willy Coyote
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Cado, cado, tanto poi mi rialzo. |
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