tag:blogger.com,1999:blog-80842624686093489882024-03-13T13:07:25.501+01:00Enzo....e dintorniPensieri, racconti, stranezze, contorcimenti..Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.comBlogger674125tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-55571033706453594082014-01-26T20:10:00.005+01:002014-01-26T20:10:49.935+01:00Passaggio a Wordpress<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;">Cambia lo stile, non certo il
contenuto. Ho scelto la sobrietà, l’essenziale del contorno per valorizzare solo
i contenuti. Il blog non chiude, non muore ma continua a vivere altrove.
Cercatemi qua, miei cari lettori.</span>
</div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;">http://enzoedintorni.wordpress.com/</span></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-35418353556557093472014-01-24T21:55:00.001+01:002014-01-24T21:59:35.967+01:00Nel modo giusto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">F</div><p style="text-align: justify;">inisce una settimana assurda, pazza,
odiosa. Finisce con uno sprazzo di blu e le montagne in bella vista, appena
girato l'angolo che mi porta su Via Garibaldi. L'aria secca, il sole quasi
tiepido, ma è quel cielo terso a cancellare d'un botto cinque giorni di carico
pesante e nervi a fior di pelle. Basta poco. Ma è un attimo, nemmeno il tempo di
goderti l'aria del Venerdì che sei già subito sotto terra; la metro non aspetta,
poi risali ed eccolo là, il trenino. Chiuso nelle solite scatole di acciaio,
provo a riordinare le idee; non è facile, forse il Venerdì mi aiuterà a pensare
a ciò che di positivo il weekend porta con sé, ovvero i tempi che si allungano,
le gambe che si fermano. Il cervello? Macché, quello vola sempre e non fa certo
gite di piacere, ma sempre viaggi tortuosi. E' stata una settimana in cui non è
mancato il dialogo, nel vero senso della parola. Quello che ti apre gli occhi
sulla reale consistenza delle cose, su come dovrebbero essere ed invece non
sono. Quando parli con una persona vera, la guardi negli occhi e in quegli occhi
scopri di essere ascoltato. Bisogna guardarsi, porca miseria, usare le mani e
soffermarsi sui gesti, dire un buongiorno e nel frattempo poggiare una mano su
di una spalla. Tutto il resto sono balle. Sono lontano anni luce
dall'accontentarmi di una chiacchierata virtuale: perdonatemi, forse mi pentirò
ma ho già più volte detto che ho bisogno di dosare le parole. E devono essere
importanti, profonde, dirette, reali. Il virtuale mi ha insegnato a teorizzare,
facendomi dimenticare di avere una vita ( sebbene vuota ) e spingendomi nel
baratro di una pseudo-realtà nella quale ho aumentato ulteriormente la
percezione della mia solitudine. Cambiano le idee, muta la visione delle cose,
non certo la sostanza. Ieri ad esempio mi sentivo all'inferno. Anche stamattina
ho aperto gli occhi ben prima della sveglia e nella testa hanno girovagato i
soliti fantasmi portatori di pensieri pesanti come macigni. La legge del più
forte vince sempre ed il vincitore è sempre lui, il tempo. Mi alzo, faccio
colazione, inizio l'ennesimo replay di un film già visto. Speranzoso di qualche
spazio pubblicitario fatto di gesti e sguardi. Mi accontento, lo sto facendo nel
modo giusto.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-HCF3UP3a6dk/UuLTS-jkaSI/AAAAAAAAFXU/RsczqTbiejA/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-HCF3UP3a6dk/UuLTS-jkaSI/AAAAAAAAFXU/RsczqTbiejA/s1600/images.jpg" height="146" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-16469554440429415622014-01-22T20:50:00.002+01:002014-01-22T21:49:42.460+01:00Non mi resta che ridere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">D</div>
<p style="text-align: justify;">a quel che scrivo non si direbbe; e
chi mi osserva sarebbe pronto a smentirmi. Ma in questi giorni io rido molto. Lo
faccio di nascosto, in silenzio, quando la stanchezza mi prende e appoggio la
testa al sedile del solito regionale. Rido perché è l’unica soluzione. E’ una
reazione al momento del tutto istintiva e autoprotettiva, finalizzata a non
oltrepassare i confini dell’istinto sfociando nella rabbia. Che si può fare se
non ridere quando la vita ti mostra solo contraddizioni? Vita vuota, lavoro
troppo pieno e allora guai, mio Dio, guai fermarsi e…razionalizzare. Io che amo il
cervello, mi compiaccio quando riesco a tenere le cose sotto controllo e voglio
dare una risposta a tutto, devo difendermi. Perché sono la cosa più preziosa che
ho e devo conservarla al meglio. Viene dunque il tempo in cui non puoi concedere
alla testa e alla razionalità i momenti neutri della giornata; parlo di quegli
spicchi di tempo davvero infinitesimali in cui ti viene concesso di alzarti da
terra e guardare tutto dall’alto, con obiettività. In questi frangenti devo
ridere. Rido di un riso indubbiamente sarcastico se non isterico. Perché quando
penso alla realtà dei fatti non trovo un filo logico; non vedo la strada sotto i
miei piedi, cammino spinto da qualcosa che chiamerei istinto di sopravvivenza. E
forse è così che deve andare. Non sono mai stato il genere di persona capace di
esternare sentimenti, non lo so fare a parole e nemmeno con i gesti; ma sono
tremendamente emotivo e quando sono solo, dò il meglio di me stesso. E sebbene
mi senta perso, senza un briciolo di senso dell’orientamento; sebbene abbia una
paura tremenda del futuro, di ciò che potrà accadere a chi mi circonda e a cosa
io potrò andare incontro, io rido. Faccio bene? Non prendo per i fondelli
nessuno. Meno che mai me stesso. Non devo rendere conto ad alcuno del mio stato
interiore e questo è un grande privilegio. Avevo proprio voglia di scrivere
queste poche righe, a fronte di giornate davvero intense che scoperchiano una
voragine fatta di contraddizioni ed inaccettabili stati di fatto. Perché
prendermela con il lavoro? Perché lamentarmi di uno stato di cose che snerva,
deconcentra, sfianca? Perché dire che sono stanco e non ce la faccio? Meglio
ridere. Come lo so fare io, in modo discreto, quasi in un angolo. Dai,
mettiamola così. </span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-oquoQuC8tx8/UuAgX8yfeyI/AAAAAAAAFXE/JxLV2FwwmIQ/s1600/gerstl_autoportrait.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-oquoQuC8tx8/UuAgX8yfeyI/AAAAAAAAFXE/JxLV2FwwmIQ/s1600/gerstl_autoportrait.jpg" height="200" width="140" /></a></div>
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<br /></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-89568424797790665802014-01-20T21:03:00.001+01:002014-01-20T21:07:09.964+01:00Benvenuto Lunedì<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">S</div>
<p style="text-align: justify;">arebbe bello se funzionasse come
tecnica: conto fino a dieci e poi penso all’opportunità di mettere nero su
bianco, come faccio ora. La trovo un’ottima soluzione allo scopo di evitare
reazioni istintive oppure farsi prendere dall’ansia. Arrivo qui e mi sfogo,
niente di più semplice. Ormai la mente è fredda, le parole hanno perso
consistenza e risulteranno moderate, comprensibili, niente affatto odiose e
rabbiose. Questa mattina passeggiavo sul marciapiede nell’attesa di salire in
carrozza e mi sentivo quasi contento che fosse Lunedì. Il weekend infatti se
n’era andato con il suo carico di niente. Emotività ai minimi, partecipazione
alla vita pari a zero. E allora benvenuto Lunedì, accogliamo a braccia aperte
una nuova settimana di lavoro; la mente è occupata ed eviterò di pensare alle
solite paturnie. Poi ti arriva tra capo e collo una di quelle giornate che non
t’aspetti, che ti fa anche tornare indietro di qualche tempo, quando lavoravo a
stretto contatto con il pubblico. Maledicevo la gente ma poi pensavo che era
proprio rapportandomi a loro che la giornata scivolava via. Contraddizioni. Oggi
ho pensato la stessa cosa: “Posso maledire un Lunedì che fino a qualche ora
prima consideravo la panacea di tutti i mali?”. Perché il lavoro è il luogo dove
butto tutto me stesso, forse troppo. Ed ho paura a dire quello che sto per
scrivere. Forse il lavoro è la mia vita. Orribile, inaccettabile e persino
falso. No, non lo è. Così torno a casa e mentre mi avvicino al treno ripenso a
questa mattina: lo benedico o lo maledico questo Lunedì? Per quanto tempo ancora
credo di andare avanti conducendo una vita assurda fatta di scartoffie e niente
altro? Non so come mi sia venuto questo post, forse avrei dovuto provare il mio
rasoio nuovo ed avrei evitato di buttare giù pensieri confusi. Ma se avessi
deciso di scrivere qualche ora fa, probabilmente il tono dell’articolo sarebbe
stato completamente diverso. Ho persino paura a pensare che con il tempo io stia
diventando meno istintivo. Guai se quel briciolo di rabbia che ancora mi rimane
lasciasse il posto ad un’inaspettata saggezza. Non posso accettare tutto, non
posso far si che diventi regola. Oggi ha vinto la compensazione, domani si
vedrà.</span></div>
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<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-VJHeA1YHjLA/Ut2A62eheZI/AAAAAAAAFW0/mW5_r6vWG80/s1600/200410171840590.somuchformonday.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-VJHeA1YHjLA/Ut2A62eheZI/AAAAAAAAFW0/mW5_r6vWG80/s1600/200410171840590.somuchformonday.jpg" height="168" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-17363224733328756202014-01-19T11:21:00.002+01:002014-01-19T11:22:24.821+01:00Castello di carte<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">C</div><p style="text-align: justify;">i sono serate che entrano nel tuo
piccolo mondo urlando e senza nemmeno bussare. Lo fanno per ricordarti che il
tuo non è altro che un castello di carte destinato a cadere al primo alito di
vento. A quel punto mi alzo indispettito dal letto e corro nell'altra stanza a
chiamare l'orgoglio. Se non ci fosse lui sarei perso; il suo consiglio questa
volta mi induce a non cadere nell'errore di cercare qualcuno, di far sentire il
peso della mia solitudine. Sarebbe come ricominciare daccapo un cammino
travagliato del quale da poco ho visto finalmente il traguardo. Così ringrazio
il mio vecchio portatile che si surriscalda e si spegne. Quasi un segno del
destino. Chiudi il mondo di plastica e vattene a dormire, sembra dirmi. E' quel
che faccio. Non c'è persona in quella scatola che abbia mai potuto capire chi
sono, ma non c'è alcun problema; ora ho finalmente un amico fidato, presente,
immortale: si chiama orgoglio. Avranno magari ragione certe serate, quando mi
sbattono in faccia la cruda realtà e sembrano sussurrarmi all'orecchio: “ lo
sappiamo che vorresti essere fuori da qui, a farti venire un po' di quelle belle
rughe che stanno al lato degli occhi”. Non le ho, lo so. Non le ho perché non
sorrido mai. Avranno ragione. Il castello di carte sta miracolosamente in
equilibrio, ma crollerà, ovvio che lo so. Potrei rimediare, potrei abbracciare
la vita prima che sia lei a risucchiarmi nel vortice dell' “Oddio, cosa ho
fatto?”. Dovrei chiudere bene le porte e serrare le finestre per evitare che
certe sere mi vengano a trovare così ben armate di sincerità, di strafottenza,
di verità. Non cerco, non chiedo, o almeno non è mia intenzione farlo mettendo
nuovamente il piede nella palude del virtuale, da dove non riuscirei più ad
uscire. Allora riparto da questa mattina uggiosa e statica, da dove sono rimasto
prima di ieri, dall'assoluta indifferenza. L'ostentazione del malessere non
giova, ancor meno l'esibizione costante degli alibi. Conta chi sei e cosa senti
mentre spegni tutte le luci e vai a letto. E' lì che dovresti essere illuminato
dalle soluzioni, dalle decisioni. E invece a volte ti addormenti ed è già di
nuovo mattina; pazienza, ho paura che il castello di carte possa crollare, ma
nel frattempo ho bisogno di restare in piedi. Io, e l'orgoglio.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-i17NUT45Zsw/UtunJ-1svXI/AAAAAAAAFWk/FNFV1Kr2xFk/s1600/Alexander+Daniloff+-+castello+di+carte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-i17NUT45Zsw/UtunJ-1svXI/AAAAAAAAFWk/FNFV1Kr2xFk/s1600/Alexander+Daniloff+-+castello+di+carte.jpg" height="200" width="133" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-12037990334805592512014-01-16T20:57:00.001+01:002014-01-16T21:03:16.809+01:00Viva il dialogo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">I</div>
<p style="text-align: justify;">n questi giorni di pioggia
abbondante si segnalano inattese schiarite sul fronte del dialogo. Quello vero.
Aggiungerei anche inusuali considerando il contesto nel quale si sviluppano le
chiacchierate. Senza fare molti giri di parole, devo dire che questa cosa mi
piace. Archiviata ogni speranza di ricredermi sulla possibilità di relazioni
umane durature e profonde, mi resta, la voglia di parlare. Mi accontento di
momenti fatti di incroci di sguardi, di piacevoli corrispondenze di pensiero, di
attenta ed onesta analisi. Momenti, appunto. Ma belli, molto. Ho imboccato con
serenità questo nuovo anno all’insegna delle poche parole ma buone, chiudendo in
un cassetto lamentele e recriminazioni su questa o quella persona. Chi (vedi il
sottoscritto) ha bisogno del dialogo come il pane, deve cambiare dieta. Ad
esempio, nutrendosi della semplicità di un frangente, dell’intensità di una
circostanza, della consapevolezza che, qualcuno in cui specchiarsi, esiste
sempre. Squarci di sereno alla faccia di un cielo gonfio di pioggia e di quei
pensieri ormai attaccati al cervello con il mastice. Ecco Enzo positivo, o
almeno sereno. Lo dico a chi ne vorrebbe uno almeno propositivo, curioso di
tentare altre strade, una volta tanto padrone di sé e delle sue idee. Un piccolo
passo, ma pur sempre un passo. Non è facile arrivare al traguardo dove muore
l’illusione senza aver sofferto; ancor più complicato accettare la realtà per
cui nessuno mai nella vita potrà accompagnarti per così tanta strada da
conoscere ogni tuo passo. Chi balzerà sul tuo cammino avrà, suo malgrado, perso
un pezzo di te. Ed inevitabilmente darà la sua valutazione personale. Dovrai
accettarla o almeno consentirle di fare un pezzo di strada con te. Si, triste
realtà. Chi si è ritrovato sul mio percorso spesso ha dovuto affrontare ritrosie
e diffidenza, inevitabili e comprensibili. E, in tutta onestà, anche una buona
dose di testardaggine. La difficoltà a far conoscere una parte di me a coloro i
quali si sono persi un pezzo, non nasce solo dalla paura di rivelarsi, ma dalla
convinzione che chi ti circonda è inevitabilmente un egoista, come lo sono io.
In altre parole ognuno scarica le proprie turbe sull’altro senza preoccuparsi di
ascoltare: il gioco è fatto, siamo tutti soli. E allora, al bando l’illusione
della presenza, del gesto encomiabile, dell’empatia. Viva il momento, chiunque
tu abbia di fronte. Viva il dialogo. Dove, come e quando poco importa. </span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-jl9NLshC1Co/Utg5ojQfaQI/AAAAAAAAFWQ/UdQV3Rt1PLs/s1600/interazione21.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-jl9NLshC1Co/Utg5ojQfaQI/AAAAAAAAFWQ/UdQV3Rt1PLs/s1600/interazione21.jpg" height="133" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-80496559000685198032014-01-13T20:50:00.001+01:002014-01-13T20:55:31.130+01:00Niente da dire, tutto da scrivere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">E</div>
<p style="text-align: justify;">’ sempre bello scrivere quando avevi
già programmato di non farlo. Il tempo è sempre ridotto all’osso, senza contare
che non sempre hai qualcosa da dire. Nel mio caso, trattandosi di materia che
arriva da dentro (da intendersi “interiore”), gli argomenti non cambiano molto
di volta in volta. Se aggiungiamo che ormai ho messo in piazza tutto o quasi di
me, cos’altro avrei da raccontare? Quanto ancora ho intenzione di sputtanarmi? Dal
momento che non ho mai cercato lettori, tantomeno mi sono imposto di avere
successo scrivendo le solite cazzate di me, deduco che pochi o nessuno si sia fatto
un’idea maldestra del sottoscritto. Perché a pochi o a nessuno interessa. Ognuno
di noi avrebbe teoricamente un mondo interiore da raccontare; quasi nessuno lo
fa tenendo un diario. Il vero intimista riservato è quello che prima di andare
a letto annota qualche appunto su un foglio e poi lo chiude segretamente nel
cassetto. Tutto il resto è egocentrismo. Alla fine della fiera io sono proprio
questo: un egocentrico. La solita premessa che non sa dove va a parare,
l’altrettanto scontata conclusione. La voglia di scrivere è irrefrenabile, a
prescindere dal contenuto, dalla missione, da ciò che potrebbe pensare la gente.
Questo mio progressivo distacco dalle dinamiche virtuali mi sta giovando assai.
Ed è questa una fase in cui osservo i protagonisti della piazza, li vedo e li
leggo a volte, non lo nascondo, provando pietà. Io sono istintivo. Stamattina mi
è preso lo “sghiribizzo” e ho cominciato a mandare messaggini su Whatsapp a
persone che non sentivo da tempo. Poi, una volta chiusa la connessione internet
mi sono detto: “Perché l’ho fatto?”. Non è da me farmi sentire, pronunciare un
“come stai “ spontaneo. Di solito attendo, paziente, che siano gli altri a
cercarmi. Poi quando lo fanno, istintivamente mi ritraggo. E ora sto ridendo. Lo
faccio perché non c’è persona più strana di me, così volutamente pazza,
decisamente insicura, fragile e straordinariamente imprevedibile. Poi ci si
lamenta che non esistono persone interessanti in giro. Il gusto di far andare la
penna (le dita) è proprio questo: scrivi sotto dettatura e chi parla è Enzo.
Poi lasciate perdere quello che vedete, sentite o quello che vi dà da credere.
La verità è qui. In queste parole. </span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-shRj9-sUb5w/UtRDe9N_sfI/AAAAAAAAFWA/TtNOXVldJ9E/s1600/EnkelDika-620x420.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-shRj9-sUb5w/UtRDe9N_sfI/AAAAAAAAFWA/TtNOXVldJ9E/s1600/EnkelDika-620x420.jpg" height="135" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-56651725225874670242014-01-11T21:45:00.000+01:002014-01-11T21:45:15.849+01:00Ultrasensibile<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">I</div><p style="text-align: justify;">l guaio di noi ultrasensibili è che,
di quel gran film chiamato vita, percepiamo e fermiamo ogni singolo fotogramma.
Ne consegue un'acerrima sofferenza al solo sentir pronunciare la singola
battuta, magari detta con un tono di voce strano. Inchiodiamo l'istante,
fotografiamo il momento e lo elaboriamo. Il guaio è appunto questo. Non
riusciamo, malgrado tutto, a seguire il film in modo leggero, lasciandoci andare
a ciò che ci offre, una risata, un pianto. Niente. Tutto deve avere un senso. E
stiamo male. Una parola gettata lì, una critica acida, un voler alludere a
qualcosa: ecco che parte la macchina infernale e la vita a quel punto si ferma.
Fino a quando tutto torna ad avere senso. Noi ultrasensibili roviniamo la nostra
quotidianità assorbendo come spugne il mondo che ci circonda, non riuscendo a
distinguere ciò che è frivolo da quello che ha sostanza. Persone e parole
finiscono con assurgere al rango di archetipi che veneriamo, a prescindere dalla
loro reale portata e significato. L'ultrasensibile ha il suo bel modo di
reagire. Lo vedi lì, sguardo fisso nel vuoto ma cervello in perenne movimento.
Probabilmente sta cercando di capire come mai quella frase, e perché? Eppure
l'ultrasensibile pensa di essere si, diverso, ma ben voluto proprio per la sua
delicatezza ed empatia. Quindi non tollera o non immagina attacchi, critiche,
frecciate. Ho paura ad affermare che l'ultrasensibile non sa vivere, poiché
esisteranno indubbiamente persone di grande sensibilità e li vedi là,
scorrazzare per i viali della vita. Non sono certo tutti depressi come me. Ma è
il concetto od il significato di sensibilità ad essere poco chiaro, frainteso,
abusato. Tutti bene o male si definiscono tali. Io voglio parlare di me, e senza
modestia mi definisco un ultrasensibile. Non solo cerco di fissare fotogramma
per fotogramma il film della vita, ma inchiodo me stesso al muro, come fossi
anch'io una scena da interpretare. Senza cavarci un ragno dal buco. Eccomi
dunque fermo, in un mondo che percepisco immobile, apatico. Un tutt'uno che non
ha movimento. Povero Enzo, l'aria del Sabato sera gioca brutti scherzi. Mi
accontento di buttare via la stanchezza qui su questo letto, cercando di
interpretare la prossima scena, come un pezzo mancante del puzzle. Cosa devo
completare, che missione dovrò mai portare a termine? Nessuna. Sto solo facendo
scivolare la vita., anzi lei scivola mentre io credo di averla capita. Ci vuole
coraggio a scrivere certe cose, qualcuno potrebbe chiamare la neurodeliri.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-43U3qOpJFzY/UtGs_UwwRBI/AAAAAAAAFVw/EYK9SaXD4D0/s1600/ciak.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-43U3qOpJFzY/UtGs_UwwRBI/AAAAAAAAFVw/EYK9SaXD4D0/s1600/ciak.jpg" height="200" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-33259977660374001072014-01-09T21:12:00.001+01:002014-01-09T21:13:05.290+01:00Cinque minuti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">N</div>
<p style="text-align: justify;">on è mai troppo tardi per spingere la mente oltre
l’autolesionismo e prospettarle impensati scenari fatti di amore e rispetto. Non
è mai troppo tardi per provare piacere, una sensazione a me quasi del tutto
sconosciuta fino a diventare invadente, a volte persino sgradita. Caso vuole che
il lavoro e la vita ti mandino piccoli segnali già in questo primo vagito del
nuovo anno; la prassi invece vorrebbe che il buon Enzo facesse finta di niente,
continuando a tergiversare sui propri errori, sulla consuetudine fatta di scarsa
autostima e ricerca costante dell’altro come priorità. Ma mi domando e dico: che
cavolo potrebbe succedere se un giorno decidessi di agire d’istinto, buttando
nel cestino la maledetta razionalità e quei cinque minuti che mi stanno
rovinando la vita? Cinque minuti. Non ci vuole poi tanto per uccidere il potere
di scelta, quel briciolo di libero arbitrio che ci è stato concesso; si è vero,
alla fine comanda il disegno finale, ma vuoi mettere il gusto di sfidarlo?
Perché dunque non fare leva sulle proprie capacità e rischiare di fare una
cazzata anziché affidarsi all’altro, credendo che questo ci proteggerà
dall’insuccesso? E perché mai, nella vita, scendere a compromessi al solo scopo
di non essere soli, magari in prospettiva di un viaggio? Ecco, perché? Bastano
dunque cinque minuti e la nostra vita non è più tale. Affidiamo la nostra
potenziale felicità od il possibile esito positivo di un lavoro a chi, secondo
noi, potrà aiutarci. Orrore. E’ uno sbaglio grave, gravissimo. Esistono diversi
tipi di solitudine: quella nella quale ci troviamo anche nostro malgrado, a
causa di eventi incontrollabili. Poi c’è quella su cui ci siamo addormentati e
beatamente ci culliamo, convinti di non aver nulla a che spartire con il mondo.
Ed infine la solitudine mentale, un vero e proprio isolamento verso il quale
gradatamente ci dirigiamo ostinandoci a pensare agli altri. Saremo sempre soli
fino a quando non concederemo quei cinque minuti all’istinto, al gusto di
rischiare e di affidare la mente al caldo abbraccio del piacere. Non è mai
troppo tardi, eh già. L’autolesionismo è nel mio Dna, la paura è nel mio Dna,
l’ossessione che il mondo possa sfuggirmi di mano è nel mio Dna; tutti, ma
proprio tutti gli ingredienti per vivere male, rimanere solo e perdere la
cognizione del tempo che passa. Mio Dio, ma se queste parole una volta tanto
lasciassero il passo ai fatti? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-8mdsLRqb_CQ/Us8ClpErZnI/AAAAAAAAFVg/gUOC0yuy4Ck/s1600/233209-730x559.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-8mdsLRqb_CQ/Us8ClpErZnI/AAAAAAAAFVg/gUOC0yuy4Ck/s1600/233209-730x559.jpg" height="152" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-27593834535030305002014-01-06T18:54:00.000+01:002014-01-06T19:00:04.595+01:00E' routine<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">D</div>
<p style="text-align: justify;">omani si torna al lavoro. Non
chiamerò esorcisti e non mi sognerò di evocare chissà quale santo per
accompagnare il nuovo anno in compagnia di Trenitalia. Da tre anni a questa
parte infatti, il lavoro è stato il male minore; a togliermi quel poco di
respiro vitale ci hanno pensato il treno, le abitudini e la ripetitività
connessi alla vita da pendolare. Di sicuro torno in ufficio abbastanza riposato
ma non per questo motivato a riprendere in mano le mie scartoffie. Cerco di non
darmi la zappa sui piedi da solo ed eviterò di guardare troppo al di là del mio
naso contando i giorni che mancano alla prossima sosta. Ultimamente i miei non
fanno che ripetere frasi agghiaccianti, mortificanti ma tremendamente
realistiche sul tempo che passa. “Tu sei giovane, io non so ancora per quanto
potrò..” Ecco, stando a casa per le vacanze spesso ho sentito ripetere questi
epitaffi, cui non riuscirò mai ad abituarmi. Peccato che il tempo scorra e la
situazione non sia destinata a migliorare. Cosa posso fare per liberarmi di
quest'angoscia e convincere i miei a vivere più sereni? Ma nulla; loro, come il
sottoscritto, sono malati. Li ha colpiti l'ineluttabilità del tempo e non è un
male guaribile. Capirete come mai queste feste, già di per sé foriere di
malinconia, sono state serene, ma alquanto pensierose. Si è trattato di
riflessioni costruttive e non di quelle stronzate sull'amicizia, sulle assenze,
sull'empatia di cui ho riempito questi fogli. Anzi, ad essere sinceri, questi
giorni sono stati la cartina al tornasole sullo stato del mio rapporto con il
virtuale. Se ti lamenti del tempo che manca per coltivare una relazione, quando
ne hai non hai più scuse. Io non l'ho fatto, perché non ne ho sentito il bisogno
o forse perché volevo la conferma che io e gli altri siamo complementari. Non
cerco e tu non mi cerchi oppure tu cerchi ma io continuo a non cercare. Non c'è
storia, del virtuale non mi frega più nulla. Ora ne ho la certezza, non è
cambiato nulla rispetto allo scorso Natale in termini di solitudine ma almeno
non mi sono piegato e non ho mostrato il fianco agli sciacalli. E' passata la
fase critica, ora con l'avvento della primavera troverò nuovi stimoli. Ci voglio
credere in linea con la mia embrionale concezione della vita, da vivere minuto
per minuto. Ripartiamo, tutto sommato c'è il sole là fuori ed è lì che voglio
guardare.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-eOpAEi9B3J0/UsrsP_wS-MI/AAAAAAAAFVQ/SHjQElcBOkE/s1600/Routine.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-eOpAEi9B3J0/UsrsP_wS-MI/AAAAAAAAFVQ/SHjQElcBOkE/s1600/Routine.png" height="153" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-34085955733194488892014-01-03T18:34:00.002+01:002014-01-03T18:35:44.378+01:00Ma quale incubo !<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">E</div><p style="text-align: justify;">' sempre bello essere in vacanza. Mi odio quando
rileggo i miei pensieri, le mie frasi buttate là negli attimi più istintivi. Ho
persino parlato di incubo. Non perderò mai questo vizio maledetto di dire le
cose nei momenti meno opportuni ed invece parlare ed alzare la voce quando è il
caso. Nessun incubo, nessun terrore; la famiglia, diciamolo, è pur sempre una
grande cosa salvo... La controindicazione per eccellenza sta nella propria
capacità di assorbimento e nel livello di empatia: se come me fate vostro tutto
ciò che vi circonda in termini di emozioni, sentire e via dicendo, la convivenza
può risultare quanto meno difficile. Ma ogni Natale che passa, ogni fottuto
Capodanno è un piccolo passo verso un traguardo che non piace a nessuno, allora
perché non godere di una convivialità unica? Brutto parlare di questo a poca
distanza dall'inizio dell'anno ma è pur sempre la verità. Cacciamo subito le
riflessioni negative e concentriamoci su oggi, magari domani ma non oltre.
L'abitudine ai tempi lenti, il gusto di fare colazione e pranzare senza
l'assillo della clessidra, un po' di piumone in più. Ma chi non lo vorrebbe? Via
i malesseri da abuliche relazioni sociali. Ho anche tirato giù dal balcone un
bel sacco di messaggi subliminali inutilizzati. Credo proprio che lascerò
perdere le parole quest'anno, utilizzando solo quelle necessarie ad esprimere
stati d'animo immediati, veri. Il riciclo non è gradito dunque si spera che il
cervello eviterà di riutilizzare gli stessi concetti per ribadire le stesse
identiche tesi. Non sarà facile tornare al lavoro, quello che (sempre nei miei
attimi istintivi) ho persino benedetto come panacea di tutti i mali. Ma cosa, lo
stress? E poi i viaggi? I ritardi? Quella sarebbe vita? Insomma si fa fatica a
capire cosa va bene e cosa no, come si vorrebbe vivere e cosa si vuole veramente
dalla vita. Lo sappiamo tutti, ognuno di noi desidera fortemente qualcosa che lo
faccia stare bene; io ho qualche dubbio in più ma solo perché non mi vedo, non
mi trovo, faccio fatica a capire chi sono e cosa desidero. E' una malattia che
nessuno riesce a guarire con le parole, la presenza, i gesti. Chissà mai cosa
chiedo, cosa serve per fare il miracolo. Mi godo questi ultimi giorni, la
ripresa della routine quotidiana forse attenuerà l'intensità dei pensieri, forse
no. Lo scopriremo solo vivendo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-DZ6e1z977yk/Usb0mLUIluI/AAAAAAAAFVA/DXcy4-xcOu4/s1600/vincent-van-gogh-la-meridienne-n-2826920-0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-DZ6e1z977yk/Usb0mLUIluI/AAAAAAAAFVA/DXcy4-xcOu4/s1600/vincent-van-gogh-la-meridienne-n-2826920-0.jpg" height="145" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-79006495102574649182014-01-01T20:36:00.002+01:002014-01-01T20:37:54.305+01:00Solo un Mercoledì<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">S</div><p style="text-align: justify;">arà stato il bianco fresco oppure
gli anni 80. Io che guardo le mie gambe muoversi ritmicamente poi alzo gli occhi
al cielo sfidando il termometro che dice zero gradi. Per una sera o forse solo
per poche ore lascio che il corpo faccia la sua parte senza permettere
intrusioni cervellotiche. Sarà ma in quei brevi frangenti è come avessi trovato
la soluzione che cerco da tempo, una piccola combinazione che mi apra
magicamente la cassaforte della vita. Io che faccio balletti, irrigidito dal
freddo e con un bicchiere di plastica vuoto in mano. Oggi sono qui, stasera mi
scateno e non penso a nulla, fa un freddo becco ma chissenefrega. Figuriamoci,
alla fine i pensieri sono arrivati e forse, pure la soluzione: oggi, domani, tra
un mese, tra un anno tutto sarà uguale a ieri, ieri l'altro, qualche mese fa.
Voglio cambiare qualcosa? Non so se posso, forse il destino sta vincendo la
sfida, piano piano afferra il coltello dalla parte del manico e minaccia
pericoli. Quando penso alla salute, alla mia e quella dei miei, a come si può
d'un tratto ritrovarsi sperduti mi afferra la convinzione che io non stia
vivendo affatto. L'errore più grande che potrei commettere è quello di
riprendere a programmare la mia vita promettendomi di fare questo e quest'altro:
i famosi propositi. No. Sono pronto, devo essere preparato a tutto e mi è
concessa una sola chance: vivere. Lo vogliamo fare, Enzo? Il bianco fresco e gli
anni 80 mi hanno detto che c'è una gran voglia di farlo, di lasciare
un'impronta. Una stupida bevuta e canzonette posso fare tanto? Non è iniziato un
nuovo anno, neppure una nuova vita, non sono cambiate le cose; oggi non è il
primo Gennaio oggi è solo Mercoledì. E adesso cacciamo via le paturnie,
smettiamola di avere paura della vita solo perché è lei a dirigere il traffico,
non cerchiamo di avere necessariamente tutto sotto controllo. E' anche ora di
dire basta all'idea che guardando le cose positivamente è più facile che ti
arrivi la bastonata. Quanto è difficile, vero? Questo post del Mercoledì mi
ritrova un po' avvinazzato e forse febbricitante. Perdonate dunque le curve
pericolose dei discorsi affrontate con la solita incoscienza. Lascio che mi
prenda il sonno. L'augurio è quello di trovare ogni giorno la soluzione al
problema, sarà sicuramente più facile che risolvere il rebus chiamato vita. Buon
inizio.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-v10wKOhplaE/UsRuHrEJkcI/AAAAAAAAFU0/Xvsr7nS3NKc/s1600/2011mercoledi.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-v10wKOhplaE/UsRuHrEJkcI/AAAAAAAAFU0/Xvsr7nS3NKc/s1600/2011mercoledi.gif" height="200" width="186" /></a></div>
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<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-37866794486347309072013-12-30T21:46:00.001+01:002013-12-30T22:16:18.973+01:00Ad un tratto <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">N</div><p style="text-align: justify;">on era programmato questo post ma
sai, è come quando ti prende l'istinto di chiamare un amico, un’ amica con cui
vuoi confidarti; e lo vuoi fare subito perché ne senti un tremendo bisogno. E io
con chi lo faccio? Con chi se non con te, perché per quanto io dia il massimo
per mantenere un'apparenza quasi normale, non sono tranquillo. Ecco sai, in
questi giorni sono molto agitato, preoccupato, ansioso. Vedo i miei. Faccio
tante congetture, anziché vivere la giornata; nella mente si affollano pensieri
cupi, immagino situazioni e contesti che vorrei fossero lontanissimi ed invece
li dipingo come se fossero attuali. Ti rendi conto a cosa penso quando manca un
giorno alla fine dell'anno? Ti pare normale? Poi mi faccio male e sfoglio a
caso album di fotografie sulla piazza virtuale. Mi chiedo come mai non sono lì,
al posto di quella gente sorridente (e un po' idiota). Ci si mette pure
l'invidia. Avrei bisogno di una bella secchiata d'acqua gelida in testa. Vorrei
solo che domani, quando mi ritroverò attorno ad un tavolo pieno di gente che non
considero nemmeno un giorno all'anno, arrivasse subito la mezzanotte. E poi via,
a casa. Prova superata e si ricomincia. E' del tutto normale che mi passino
tutte queste belle paranoie per la testa, normale e consequenziale di un altro
anno passato a sopravvivere, un treno qui l'altro là e poi casa, solo casa. Non
ricordo l'ultima volta che sono uscito per una pizza. Forse la scorsa primavera?
Tu dirai che sono io a non volermi aprire, ma come faccio? Non esiste nemmeno
più il punto di non ritorno dal quale poter ripartire, perché il fondo scivola
sempre più giù ed io sto diventando un uomo paziente. Con tanta voglia di
piangere, ma che vuole conservarle, le lacrime. Depresso, esaurito, stanco?
Scivolano le parole stasera, senza vergogna, io non ho paura di nulla. Non avrei
voluto fare bilanci, tirare somme ma ritrovandomi qui, un foglio bianco e la
solita tremenda voglia di parlare, non ce l'ho fatta a resistere. L'amico/a del
cuore sei sempre tu, senza voce o sguardo ma pur sempre ottimo ascoltatore,
fedele ascoltatrice. Si, so che sono paranoie da fine anno, so che bisognerebbe
solo pensare al fatto che intanto invecchio e non ho fatto nulla per essere
felice. Questo è il punto. Ma volevo lasciare scritto il mio pensiero di oggi,
sempre più vero, emozionato, intenso. Buon anno Enzo, nel tuo piccolo mondo ce
la farai anche questa volta.</span></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-bVsLVPGN76Y/UsHbbo5gj4I/AAAAAAAAFUg/-PizHuD3lco/s1600/7014db980b9ff102e8b8017767838fed-299x272.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-bVsLVPGN76Y/UsHbbo5gj4I/AAAAAAAAFUg/-PizHuD3lco/s1600/7014db980b9ff102e8b8017767838fed-299x272.jpg" height="181" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-2475549194293928702013-12-29T22:16:00.001+01:002013-12-29T22:17:59.395+01:00Vorrei ma non posso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">D</div><p style="text-align: justify;">a quando ho aperto il blog, il buon
proposito per l'anno a venire è sempre stato lo stesso: chiuderlo.
Inconsciamente ho sempre ritenuto che, abbassato il sipario sui miei pensieri,
avrei ricominciato a vivere. O forse il contrario: l'aver ripreso confidenza con
la vita, avrebbe inevitabilmente portato alla scomparsa del diario. Chissà. Ora
che mancano due giorni e questo malefico anno se ne andrà, il proposito ritorna.
Vorrei chiudere qui. Vorrei, ma non posso. O se lo facessi, dovrei cambiare
pelle, mutare il punto di osservazione, guardare oltre la spessa cortina che mi
separa dal mondo. Scrivere è una malattia. Il blog mi ha aiutato, poi si è
ripiegato su se stesso in perfetta sincronia con i miei turbamenti e le mie
contraddizioni. Ora non mi serve più e vorrei disfarmene. Dovrei fare un
operazione di marketing: se ne aprissi uno di cucina? Oppure uno nel quale
racconto stronzate quotidiane che non attengono alla mia persona ma alla
moltitudine di quelli che mi ronzano intorno? Avrei più lettori? Ma non punto al
successo. Punto a stare bene. E io come sto? Ma sto bene, credetemi. Fine del
ciclo di puntate della serie: “ alla ricerca di un senso”, termine della saga
de: “la guerra contro il mondo”, scena finale del ciclo: “ il virtuale è una
merda come chi lo popola”. Sto bene, pulito, sbarbato e rassegnato. Mi basta.
Ora i pensieri stanno prendendo ben altra direzione, qualcosa di cui
difficilmente riuscirò a sbarazzarmi e che sicuramente eviterò di rendere
pubblico. Anche quest'anno sono giunto alla considerevole cifra di quasi
duecento post. Un record se si pensa che non è da tutti riuscire a distribuire
tante parole senza dare loro un preciso significato. I buoni intenditori, come
definisco quei santi che ancora riescono a leggermi, lo sanno. Io dico e poi
smentisco, affermo e poi nego con la classe del migliore ipocrita. Mi sono messo
a nudo senza vergogna, senza paura di passare per depresso, disfattista e
quant'altro. L'ho fatto ( e forse continuerò a farlo ) senza maschere. Perché
questo sono, e già sapevo di essere. Già. Lo sapevo come ben conoscevo
l'inutilità dell'azione umana e dei buoni propositi di chi ha provato ad
aiutarmi. Io, il mio alibi, il mio blog. Il coraggio di un pusillanime che non
sa vivere. Vuoi vedere che non lo chiudo neanche questa volta?</span>
</div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-fbDSRw_LJW0/UsCRLHPTd-I/AAAAAAAAFUQ/Qg2iI3-UiS8/s1600/index.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-fbDSRw_LJW0/UsCRLHPTd-I/AAAAAAAAFUQ/Qg2iI3-UiS8/s1600/index.jpg" height="166" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-59185008368743307772013-12-26T18:48:00.000+01:002013-12-26T18:58:22.439+01:00Un ospite discreto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">S</div><p style="text-align: justify;">o bene che non è educato parlare
degli assenti, ma non sono armato di malevole intenzioni, giuro. Natale è appena
uscito, in punta di piedi così come era arrivato. E non è stato affatto un
ospite sgradito, anzi l'ho apprezzato per discrezione e tatto. Lui, poverino,
non ha colpe se (ormai da tempo) non mi comporto nei suoi confronti da perfetto
padrone di casa. Banditi i tappeti rossi, le cianfrusaglie e addobbi vari,
auguri con il contagocce. Tutto è andato bene, senza proclami, senza facili
entusiasmi e stupidi baci sulle guance. Non ne avevo bisogno e chi invece ne ha,
non deve aspettare Natale per poter sentire la mia presenza. Se n'è andato e va
bene così. Ho l'impressione che, nonostante la mia pessima considerazione per il
virtuale, qualcuno abbia finalmente recepito e compreso il messaggio
subliminale. So di generalizzare con troppa facilità ma quasi sempre le
frecciate hanno precisi destinatari; e mi scuso con chi (giustamente) ritiene di
non avere ragioni per sentirsi tirato in causa. Ho ottenuto silenzi
chiarificatori e mi auguro che l'evento ipocrita per eccellenza abbia
rappresentato il momento ad hoc per capire chi o cosa non dovrà più far parte
della mia vita. Mi sento indotto a fare una vera operazione di pulizia ma così
facendo, cadrei nell'errore di supervalutare una lista del tutto simbolica. Ho
la netta sensazione di aver scavalcato il muro del silenzio (mio e altrui) e che
sia giunto il momento di riprendere il cammino. La fine di un anno non significa
lasciarsi tutto alle spalle, dimenticare e azzerare. Finire di farsi seghe
mentali però, si. La piazza virtuale continua ad essere una sorta di cavia su
cui poter sperimentare senza limitazioni; la condotta umana è di per sé
incomprensibile nella realtà, pensate cosa può diventare se mediata dal
privilegio dell'invisibilità e aggravata dalla diffusa disonestà intellettuale.
Datemi dunque dell'apprendista psicologo dei pazzi, del voyeur, dello sfigato
che non ha di meglio da fare;studiare gli altri mi affascina, capire fino a dove
mentire a sé stessi può generare un beneficio. Ho una grande autostima e so che
chi mi perde, butta all'aria un'occasione autentica, unica. Ma dove sto andando
a parare? Voglio forse lasciar intendere che nessuno è in grado di apprezzarmi?
Voglio tornare a dire che sono il solito incompreso? No. Voglio ribadire (mi
perdonerete la scivolata scurrile) che la gente non capisce un cazzo, o almeno è
sempre troppo presa da sé per afferrare i concetti. L'egoista sarei io? Gli
egoisti siete anche voi. Ma sulla piazza potrete persino passare per
onesti.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-MnylOt1ralo/UrxruPOq3sI/AAAAAAAAFTs/1nk3HxsLHeU/s1600/Betta2-BW_800px.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-MnylOt1ralo/UrxruPOq3sI/AAAAAAAAFTs/1nk3HxsLHeU/s1600/Betta2-BW_800px.jpg" height="200" width="133" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-68380137015936178082013-12-23T20:09:00.001+01:002013-12-23T20:14:28.341+01:00La volpe e l'uva<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">N</div>
<p style="text-align: justify;">
on voglio passare per il solito che
ama distinguersi dalla massa; tuttavia se affermo che a me del Natale non frega
nulla qualcuno inevitabilmente si stupirà. Non vorrei nemmeno passare per la
volpe di turno che, non riuscendo a raggiungere l’uva, abbandona il campo
dicendo che non è buona. Quell’uva potrebbe essere la tanto desiderata serenità,
quella che non va cercata alla fine di un percorso ma vissuta giornalmente. Ma è
risaputo, a Natale questa parola è sulla bocca di tutti, belli e brutti, sinceri
e ipocriti, buoni e cattivi. E mentre la gioia sembra trionfare nelle case del
mondo, tu ti ritrovi lì con gli stessi pensieri di sempre, la stessa solitudine
senza riuscire a mentire a te stesso. Gli altri si fottano ma tu non puoi dire
che sei sereno; dunque Natale è un giorno come gli altri. Questa è la mia
arringa, ho cercato di difendermi e di non passare per invidioso, poi chi non è
d’accordo si arrangia. Quest’anno passerò tredici giorni a casa, riprenderò a
lavorare il sette di Gennaio. Liberazione oppure incubo? Sono tranquillo nella
misura in cui vado d’accordo con i miei pensieri e non faccio finta di apparire
sereno. Forse sereno è una parola grossa, chi è solo non è mai felice, magari
semplicemente rassegnato. Ancora una volta infatti, alla fine di un ciclo di
dodici mesi, mi ritrovo con un pugno di mosche in mano anzi, più che mosche
parole e promesse. Le solite, e ho deciso di riderci sopra. C’è un’altra
soluzione? Questi ultimi giorni non sono stati facili. Al lavoro come a casa si
parla troppo di vite che se ne sono andate o sembra stiano per andarsene. Lo
stomaco si chiude, qualche discorso mi abbatte, non riesco a trovare vie di
fuga. Ma come si fa ad essere sereni? Ma viene davvero spontaneo dire : “Ma
chissenefrega del Natale!” E vadano a quel paese quei bontemponi che diffondono
immagini e pensieri pieni di bontà. Ecco, sono invidioso? Ma no, solo riflessivo
e realista. Non posso negare la felicità a chi felice lo è davvero oppure si
sforza di esserlo. Allora la conclusione è che io non la voglio, la serenità.
Vedete, la colpa è mia no? E va bene sono io il primo responsabile della mia
infelicità ma, almeno a Natale vorrei poter non vedere od ascoltare esaltazioni
della felicità, inni alla gioia e via dicendo. Mi aspetto (e ne sarei grato)
un silenzio costruttivo e coerente da parte dei soliti pseudo-amici. Poi tutto
ricomincerà daccapo, i cieli si faranno sempre più blu e non avrò bisogno di
raggiungere l’uva. E’ solo Natale, poi passa.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Grg9bYTDIpQ/UriKVthipEI/AAAAAAAAFTc/8VPBb8ih4jk/s1600/5297681908_5f7d97b984_z.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Grg9bYTDIpQ/UriKVthipEI/AAAAAAAAFTc/8VPBb8ih4jk/s1600/5297681908_5f7d97b984_z.jpg" height="200" width="150" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-58810036102400109352013-12-18T20:38:00.000+01:002013-12-18T20:38:54.675+01:00Meravigliosamente naturale<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">N</div>
<p style="text-align: justify;">
atale, tempo di bilanci. Ma anche
no. E’ il momento del confronto, di fare un salto indietro nel tempo, al vecchio
Dicembre 2012. Questo si che è un lavoro costruttivo. Non è dal resoconto che si
può trarre una lezione, molto meglio capire cosa siamo diventati alla scadenza
dell’ennesimo anno di vita. Oppure cosa siamo rimasti. Qualche rughetta in più,
i miei genitori più stanchi, il tempo che ci ha preso ancora tutti per il culo.
E dentro? Cos’è cambiato? Ricordo bene dove stavo un anno fa, di questi tempi.
Ero dentro di me, prigioniero della mia scatola, cercando il senso di qualcosa.
Non negativo, non pessimista, solo riflessivo e, a rendermi le cose più
difficili, il male comune. Ho ben capito in questi ultimi mesi che, quando ti
stai contorcendo su te stesso non c’è nulla di peggio che trovare sul cammino
qualcuno nella tua stessa condizione. Ma quale aiuto, quale solidarietà.
Illusioni di un momento, una fase da percorrere insieme cadendo nell’errore più
banale e imperdonabile che si possa commettere: confidarsi, sciogliere le
proprie debolezze dandole in pasto a qualcuno che da lì a poco, ne farà una
pallottola da buttare nel cestino. E allora tutto si ridimensiona, a cominciare
dalla sciocca supervalutazione di un mondo fatto di sagome senza anima e
desiderose solo di mostrarsi. Ma perché prendere tutto questo sul serio? Eccola
la stronzata. Il confronto è bello che fatto: non ci sono paragoni, non c’è
storia, io ora sono un superficiale all’occorrenza. E credetemi, dal momento in
cui sono riuscito a concepire il mondo virtuale come qualcosa di simile alle
parole incrociate od il sudoku, tutto è cambiato. E non è cosa da poco. Sto
continuando a prendermi sul serio, da questa malattia non si guarisce, ma non ho
più bisogno di alcuna maschera per risultare stupido e superficiale. Viene tutto
meravigliosamente naturale. Finita la guerra contro il mondo, finita la
battaglia di messaggi subliminali verso Tizio o Caio. Non hanno orecchie oppure
se le hanno, alzano la testa e guardano per aria. Caffè, anima, cuore, incontro,
promessa, solitudine, sto con te, ti capisco, siamo nella stessa barca. Che
noia, davvero. Ed ecco Natale, e d’improvviso una parola: “Auguri”. Svalutata,
violentata, svenduta come tante altre, tanto è solo una parola: come amicizia,
amore, cuore, e via andare. Mi arriveranno anche quest’anno. So già come
reagirò. In modo meravigliosamente naturale.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-8Rlvuj4Wmh8/UrH5l_aHqTI/AAAAAAAAFTM/jl9Q7LpKAD8/s1600/volare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-8Rlvuj4Wmh8/UrH5l_aHqTI/AAAAAAAAFTM/jl9Q7LpKAD8/s1600/volare.jpg" height="191" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-79143853411744710382013-12-14T21:34:00.001+01:002013-12-14T22:49:26.275+01:00La qualità del momento<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">I</div><p style="text-align: justify;">l tempo ci frega. Quanto ne
sprechiamo mentre siamo in tutte le nostre faccende affaccendati? Abbiamo a
disposizione miliardi di parole. Quante ne buttiamo nell'affermare cose ovvie,
senza alcun senso? Cosa ci resta? Poco. E' dunque importante puntare alla
qualità, andare dritti allo scopo. Mentre maledivo la settimana appena trascorsa
(arrovellandomi nel capire se e come sarei tornato a casa alla fine del lavoro),
mi permettevo il lusso di dedicare pochi minuti alla riflessione seria. Minuti
miei, intimi. Troppo esiguo il tempo e tanta la stanchezza per poter mettere
nero su bianco. E ti accorgi che in realtà non riesci più nemmeno a
sopravvivere, se manca la qualità e l'essenzialità di un momento. Possiamo
ritenere vita tutte le ore che dedichiamo al lavoro? Ci dà da mangiare, è
importante. Stop, però. Cosa resta? A me ad esempio questo blog. E chi me lo
dice che anch'io in questo istante non sto buttando parole in aria, mentre
potrei arrivare al dunque e dire cosa penso, tutto e subito. Ho picchi di grande
coraggio che restano imbottigliati nel cervello, nel pensiero di un istante, in
un'espressione rabbuiata mentre qualche immagine ti attraversa la mente. Sono un
potenziale bastardo o meglio, un sincero incompiuto. C'è tanta onestà
intellettuale in me, ma anche una grande voglia di ricompensa. L'odio verso
l'umano si è decisamente attenuato e non sono servite maschere, alibi, o
illusorie prospettive di cambiamento. Tutto naturale. Non posso certo pretendere
di diventare un agnellino perdonando le assenze, i silenzi, ma non posso più
permettermi di espormi, di mettere in piazza debolezze o piagnistei. La mia
riflessione di stasera non punta a constatare e a denunciare (se ce ne fosse
ancora bisogno) l'altrui egoismo, la cronica ipocrisia. Che barba questi
discorsi, non c'è più bisogno di ricordarlo. Queste righe solo per dire che la
qualità del momento è vita vera e propria , di certo non la ricerca ossessiva
della felicità intesa come percorso. Non so se sto sprecando tempo e parole, ma
il solo fatto di riservare queste poche righe e questi minuti ad una riflessione
è sintomo di vita. Non è un caso che al di fuori di questa stanza io abbia
deciso di prendere finalmente la forma del mondo, abbracciandone la banalità,
avallando comportamenti idioti e falsi, senza mai esternare nulla se non
perfetto equilibrio. A fronte di tutto ciò, viene naturale che l'umano ti senta
diverso. Sembra ormai inevitabile il distacco, l'assoluta indifferenza. C'è poca
umiltà. Da quanto tempo qualcuno non si rivolge a voi dicendo: “Scusa, hai
ragione”?</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-c5tLpw2wE-U/UqzA1PM9dEI/AAAAAAAAFS8/jFqUXkmQ5us/s1600/salto+di+qualit%C3%83%C2%A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-c5tLpw2wE-U/UqzA1PM9dEI/AAAAAAAAFS8/jFqUXkmQ5us/s1600/salto+di+qualit%C3%83%C2%A0.jpg" height="181" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-82124818417080539462013-12-10T20:55:00.001+01:002013-12-10T21:06:05.398+01:00Tempo da conigli<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">O</div>
<p style="text-align: justify;">ra capisco quelli che, ritrovata la
strada perduta, decidono di andarsene. Poco importa se tu nel frattempo sei
ancora nella merda, frega ancor meno di sapere se annaspi, se stai affogando
oppure se anche tu nel frattempo, sei riemerso. Li capisco e non li biasimo. Un
tempo li avrei odiati, mi sarei lasciato travolgere dall’istinto e avrei detto
loro ( uno ad uno ): siete delle merde, quel che vi rende indegni di stima è la
vostra codardia, la mancanza di palle. Non sento più niente, forse indifferenza.
Me ne rendo conto, perché io stesso ho percorso strade con persone che poi ho
miseramente abbandonato, appena vista la luce. Ma l’ho mai vista io la luce? E il
tunnel, esiste oppure è una costruzione mentale? Nostro malgrado, se la vita comincia a volerci bene
dimentichiamo quel “mal comune mezzo gaudio” su cui si fonda gran parte delle
amicizie virtuali. Ne è il motore, l’elemento che innesca la scintilla, e allora
tutto sembra bello, tutto umano, la solidarietà trionfa. Fino a quando poi
qualcuno dice di aver scoperto la luce e allora, chissenefrega. Muore ciò che
non è mai nato, che pesa quanto una piuma, l’idea di un’amicizia. Riflessioni
post-weekend, da treno ghiacciato mentre torni a casa e pensi che a volte la
vita ti abbraccia. E in quell’esatto momento tutto si scioglie come neve al
sole; come flash ti attraversano la mente parole, discorsi, progetti che non
avevano senso di esistere ma che hai pronunciato, immaginato e non sai perché.
Da tempo dico che non avrei nemmeno più bisogno di stare qui, di dire qualcosa
che vada al di là del mio intimo; parlare degli altri è tempo sprecato, ma non
perché non vieni ascoltato ( letto, in questo caso). La ragione sta
nell’abitudine diffusa alla comodità del sapere potendo avvalersi della facoltà
di non replicare. E’ ormai tempo da conigli. Invidio chi realmente sente di aver
raggiunto la serenità prescindendo dall’interazione umana. E lo capisco. Ma non
riesco a crederci, perché qualcuno o qualcosa subisce sempre un danno dalla tua
felicità. Chi crede di aver trovato la via giusta, vantandosi di averlo fatto da
solo, ha inevitabilmente provocato sofferenza. Perché se è vero che si può
essere felici anche da soli, è altrettanto sacrosanto che a questa conclusione
si giunge lavorando su se stessi ma, ripudiando ogni genere di contatto. E
gettando nel dimenticatoio chi, nel suo piccolo, ti ha aiutato. Mea culpa, tua
grandissima culpa.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-XKcyF_ZXS4k/UqdxtJsHx4I/AAAAAAAAFSs/N0U939-TelY/s1600/pinturas-al-oleo-paisaje-conejos.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-XKcyF_ZXS4k/UqdxtJsHx4I/AAAAAAAAFSs/N0U939-TelY/s1600/pinturas-al-oleo-paisaje-conejos.jpg" height="200" width="171" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-33236519018914216342013-12-04T21:53:00.001+01:002013-12-04T21:53:55.257+01:00Senza tatto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">S</div>
<p style="text-align: justify;">tanotte ho fatto un sogno. Lo
ricordo molto bene e non mi stupisco di ciò dal momento che ero protagonista
principale della vicenda e la sentivo mia come fosse vera. Piangevo a dirotto e
inevitabilmente cercavo aiuto ottenendo per tutta risposta assenza oppure
indifferenza. Ero triste all’idea che qualcosa nella mia vita sarebbe cambiato,
non ricordo se attenesse al lavoro oppure alla sfera privata. Il fatto è che
avvertivo realmente lo scoramento, il disagio, la sofferenza. Di colpo ho alzato
la testa cercando le cifre rosse del display della mia sveglia: segnavano le 5 e
36. Mi sono portato il sogno in bagno, mentre facevo colazione, quando
intirizzito percorrevo il viale della stazione. E poi in treno. Il subconscio
non ha modi, né tatto. Bussa, anzi scardina le porte della vergogna, del timore,
della paura vera e propria. Ti viene a trovare e poi ti spiattella tutto lì,
sotto forma di immagini. Da mesi porto con me una reale paura di perdere
qualcuno che inevitabilmente si accompagna al terrore di dovere, prima o poi,
veder cambiato un certo percorso che al momento sembra sicuro. Non posso
permettermi certe debolezze a quest’età. Ma sapete, forse sono già preparato. Lo
stesso accade sul lavoro: la prospettiva di un cambio radicale mi terrorizza. Io
non so camminare sulle mie gambe, questo è. La fase è contraddittoria: riesco ad
essere assolutamente superficiale, anche simpatico ma ho momenti di grande
riflessione interna che non estrinseco in modo ripetitivo. In altri momenti ho
fatto l’esatto contrario: mi sentivo sereno ma esternavo pensieri e riflessioni
pesanti. Non mi capisco ma la cosa non mi meraviglia più di tanto. Sono alla
disperata ricerca di una soluzione: a cosa devo pensare per scacciare certi
fantasmi? Forse magari E. potrebbe aiutarmi. Sto valutando di tornare a
trovarla, sono sicuro riuscirebbe a rimettere un po’ in sesto questa macchina
traballante. Continuo a sentirmi una roccia, fisicamente mi sento bene, sul
lavoro dò il massimo. Poi c’è il resto, questa testa fragile prigioniera della
solitudine. Ci pensavo ieri: vuol dire molto avere la possibilità di parlare, di
spezzare i ritmi di una vita monotona. Abituarsi a non avere vie di fuga serve
ad autoconvincersi che si è fatto tutto il possibile. Vero. Ma so che mi merito
anche solo un briciolo di aria, tutto sembra così difficile, devo trovare la
soluzione.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/--6dQeY8wC0Y/Up-WLccwZGI/AAAAAAAAFSc/7HrgfyO8pFQ/s1600/pete-revonkorpi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/--6dQeY8wC0Y/Up-WLccwZGI/AAAAAAAAFSc/7HrgfyO8pFQ/s1600/pete-revonkorpi.jpg" height="198" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-68276280738719898642013-12-02T21:01:00.000+01:002013-12-02T21:20:11.719+01:00Il mio momento<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">V</div>
<p style="text-align: justify;">orrei davvero credere che la
lontananza dal blog (ovvero la mancanza di argomenti) rappresentasse
l’avvicinarsi alla linea del traguardo. Forse questo diario è già morto ed io
non me ne accorgo, forse dovrei darle un’impronta differente. Non posso
prescindere dal foglio essendo l’unico mio confidente, ma non nascondo che
vorrei ( e potrei ) riempirlo di ben diversi contenuti. Sapete, io da pendolare
ho un’infinita collezione di situazioni che potrei tradurre in brevi racconti
per poi magari trarne anche qualche insegnamento. Da tempo ripeto che dovrei
alzare lo sguardo, puntare gli occhi su ciò che mi circonda e perché no,
scriverci al riguardo. Fino a quando cercherò nel profondo di me stesso, questo
diario manterrà un’impronta intimistica senza via d’uscita. Confesso di non
essere capace di tradurre in parole situazioni e circostanze che nulla hanno a
che vedere con me, ma questo blog sta morendo nella misura in cui io, sto
guarendo. Sono fuori dal tunnel. Si lo sono, e non mi vergogno più quando penso
che non ho più domande da pormi, nessun quesito esistenziale. La colpa di chi è?
Ma del mondo, ovviamente. Ma nessuna battaglia, niente crociate contro il genere
umano, semplicemente penso di aver provato a capirlo analizzandolo in tutte le
mille sfaccettature. E dico grazie a molti. Recentemente, non più di qualche
mese fa, mi è capitato di conoscere le ultime persone da cui speravo di
poter apprendere qualcosa, soggetti che in apparenza (solo in apparenza)
sembravano vicini alla mia idea di vita, al mio archetipo di relazione amicale.
Non me la sento di giudicarli, sono convinto del fatto che, conosciuti in un
ambito diverso da quello virtuale, avrebbero potuto essere veri. Ed è finalmente
arrivato il mio momento: ora posso giocare, passare per un uomo superficiale
disilluso dagli umani ma non per questo arrabbiato. Sto bene anche nella mia
normalità. Cosa serve urlare? E cosa voler a tutti i costi dare un’immagine di
sé seriosa, cupa e pensierosa? C’è un Enzo che merita solo Enzo, ed è con lui
che mi preme sempre sciorinare le problematiche quotidiane, i malesseri, i
pensieri cupi. Spiace dover essere arrivato a queste conclusioni, ma sto vedendo
la linea del traguardo sempre più vicina. Temo per il blog. Sono contento di
me.</span>
</div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZVU4DzKYLjA/UpzmZdWkvYI/AAAAAAAAFSQ/YvWPqQ-fpvY/s1600/5174355-gruppo-di-uomini-3d-tagliare-il-traguardo-ad-alta-risoluzione-3d-render-isolated-on-white.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZVU4DzKYLjA/UpzmZdWkvYI/AAAAAAAAFSQ/YvWPqQ-fpvY/s1600/5174355-gruppo-di-uomini-3d-tagliare-il-traguardo-ad-alta-risoluzione-3d-render-isolated-on-white.jpg" height="200" width="150" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-42311680704385516562013-11-30T17:34:00.000+01:002013-11-30T22:06:42.486+01:00A buon intenditore...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">A</div><p style="text-align: justify;">l buon intenditore non servono molte
parole. Ecco una delle ragioni per cui sto scivolando verso lidi di serenità
mista a rassegnazione, lasciandomi alle spalle inutili battaglie nell'intento
nobile di accettare l'imperfettibilità umana. Quella altrui, e la mia
innanzitutto. Esiste sempre una vena malinconica nelle consapevolezze acquisite
a furia di sbattere contro muri di gomma, di dover sopportare silenzi che
avrebbero dovuto far posto alle parole. Non c'è coraggio, e neppure buone
intenzioni. Non ci sono finalità che trascendono il “mal comune mezzo gaudio”.
C'era una volta l'amicizia, la passione, il rispetto. Questo blog sta perdendo i
pezzi e le tematiche che lo hanno caratterizzato agli inizi della sua avventura;
ed il diario elettronico è un riflesso della società, tanto da finire relegato
ad una sorta di piccola stanza vuota dove le parole rimbombano per ritornare in
faccia a chi le scrive. Mi piaceva ascoltare voci vere, mai mascherate dietro
uno stupido schermo. Per qualche tempo ho pensato di essere sulla strada della
sola comprensione altrui, lasciando le mie sensazioni chiuse in gabbia. Non era
giusto fosse così e la maggior parte di quelli che non sono buoni intenditori
ora ignorano quanto, l'egoismo che mi permea, sia solo compensazione della
benevolenza dei tempi andati. Se facciamo bene attenzione tutto ha un perfetto
equilibrio. Basta andare oltre il quotidiano e guardare il nostro percorso come
farebbe un obiettivo grandangolare. Ma è decisamente più facile (o forse
inevitabile) fermarci a chi siamo, fregandocene del perché ci presentiamo con
questa maschera. E i buoni intenditori sono pochi, non hanno mai usato parole a
sproposito, mai varcato i confini del giudizio, semplicemente si sono limitati
ad accettare. E' indubbio che quei pochi rapporti che galleggiano al di sopra
del mare dell'ipocrisia, debbano ricorrere al compromesso. Ma è il tempo che li
rende unici e forti. Poi ci sono gli altri, che non poggiano su basi solide
fatte di anni trascorsi, e che pretendono ignobilmente di esistere perché l'uno
deve insegnare all'altro come vivere. Ed il blog sta perdendo le parole che è inutile
dispensare in quantità se, dall'altra parte non ci sono buoni intenditori
ma solo falsi predicatori.</span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-9AiciaL0cM4/UpoTb_qnKkI/AAAAAAAAFR8/iyy8nAqto0M/s1600/569557446_602.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-9AiciaL0cM4/UpoTb_qnKkI/AAAAAAAAFR8/iyy8nAqto0M/s1600/569557446_602.jpg" height="200" width="198" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
</div>
Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-48974618825042109492013-11-28T21:04:00.000+01:002013-11-28T21:04:41.217+01:00Più che vivo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">S</div>
<p style="text-align: justify;">ta finendo una settimana all’insegna
del freddo. E’ tempo di muscoli contratti, di passi svelti e di minuti preziosi
persi a sbrinare il parabrezza dell’auto. E’ anche tempo di speranze: una
carrozza riscaldata è ormai un lusso e solo quando imbocchi la porta d’ingresso
realizzi se sarà un giorno fortunato. Sta finendo una settimana che mi ha visto
fortemente motivato sul lavoro, assolutamente disponibile come sempre e con il
sorriso stampato in volto per una buona parte della giornata. Si vede che ho
scampato un pericolo. Quando nell’aria correva voce che da qui a breve mi sarei
potuto ritrovare altrove, non l’ho presa bene. Ma, nell’interesse prevalente di
preservare un certo equilibrio psicofisico, ho mantenuto fermezza e persino una
buona dose d’ironia. Ma avevo paura. Cambiamento è una parola che mi incute lo
stesso terrore dell’idea di prendere un aereo. E’ quel momento nel quale sento
di perdere tutta la grinta interiore e la forza d’urto che pochi riescono a
notare in me. Le difese cadono. Ed ora che so di poter rimanere al mio posto è
come se ricominciassi daccapo. Una sorta di nuovo inizio e di colpo ritrovo
l’energia e la motivazione che (ricordo come fosse ieri) accompagnavano i primi
tempi; e che, tra le altre cose, spingevano la mente verso lidi di assoluta
serenità e spensieratezza. Ricordo che fu proprio l’entusiasmo a rendermi il
viaggiare qualcosa di apprezzabile. Ma questo è un altro discorso. Orai mi preme
ricordare di questa ritrovata energia che, badate bene, è pur sempre un
boomerang. Sommate motivazione, disponibilità, grinta, ritrovata voglia e fate
il conto: cosa otterrete? Il solito Enzo factotum, inarrestabile e poi
riflessivo: “Ma perché faccio così? Perché non oppongo resistenza?” Non perdo
tempo nel provare a rispondermi. Finisce un’altra settimana: il gelo mattutino
azzera i pensieri, io provo persino ad addormentarmi con la musica e, in men che
non si dica, sono già al lavoro. E poi, in un batter d’occhio mi ritrovo qui, a
scrivere. Non so quanto sia piacevole constatare la velocità con cui le giornate
sfuggono via ma non è opportuno porsi domande. Scrivo del quotidiano ed evito
ogni pericolosa riflessione sul futuro, sulle possibilità, sulle mancate
opportunità. Sono più che vivo. </span></div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-fxWTIyy52BM/Upehk5PzxcI/AAAAAAAAFRs/Ja7kKerMhVM/s1600/3529255-uomo-forte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-fxWTIyy52BM/Upehk5PzxcI/AAAAAAAAFRs/Ja7kKerMhVM/s1600/3529255-uomo-forte.jpg" height="200" width="128" /></a></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-20898576414857813982013-11-25T21:19:00.002+01:002013-11-25T21:25:04.185+01:00A volte vinco io<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">M</div>
<p style="text-align: justify;">i piace quando riesco a prendermi
gioco del tempo. Spesso tendo a sopravvalutarlo temendo di essere sempre in
ritardo sugli impegni, di correre il rischio di non averne abbastanza anche solo
per un piccolo piacere quotidiano. Scrivere per me non è solo gratificazione, è
innanzitutto sfogo, dialogo, piacere di riesaminare ciò che accade e che
(purtroppo) viene risucchiato nel vortice della velocità. Non posso che
ritenermi felice di avere uno spicchio di libertà e di essere così stimolato a
riempirlo di questi brevi pensieri sul foglio elettronico. Non sempre si ha
qualcosa da dire alla fine di ogni giorno, almeno quando il mezzo usato è la
scrittura. Verrebbe di gran lunga più facile scendere dal treno, incontrarsi con
un amico e chiudersi in un caffè per raccontarsi com’è andata la giornata. Ancor
più semplice sarebbe avere un divano, un bel camino, una bottiglia di vino rosso
e dedicare una serata alla settimana a parlare di me, di noi. Ecco, quando
voglio dimenticare la mia solitudine, immagino questo. Tengo a precisare che la
signora non è più in grado di opprimermi come un tempo; il fatto di riuscire a
conviverci sarà anche segno di rassegnazione ma io ho me; e sono il più
importante interlocutore di me stesso, chissenefrega di passare per pazzo. Le
parole scritte lasciano segni, fermano il tempo come uno scatto fotografico. Non
è un caso se le mie passioni passano attraverso mezzi che il tempo lo vogliono
inchiodare al muro: una fotografia, un breve racconto di trentacinque righe come
questo. Ultimamente penso troppo, ma non certo a me. Vorrei tanto parlarne con
E. ma come già detto, temo non si potrà fare fino a Gennaio. Se oggi fossi nel
suo studio le racconterei delle paure di questi ultimi mesi, del timore (più che
naturale) di perdere qualcuno vicino. Mi chiedo se esista umano in grado di
convincermi che la vita è questa, nulla è eterno, tutto nasce e tutto muore. Ho
indubbiamente bisogno di svago; la rassegnazione cela la sconfitta, attenua
l’impeto d’orgoglio ma non annulla il dolore, la voglia innata di vivere la vita
come vorrei. Non volevo scrivere un post triste, anzi aver sconfitto il tempo
non può che rendermi felice. Sto meglio, come sempre. Eh se non ci fossi
tu…</span></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Lyc5LUmLZtQ/UpOwwnLBiBI/AAAAAAAAFRc/E9aj8PO55Lc/s1600/28a11b26-ce94-43dc-a812-512ff019e8b9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Lyc5LUmLZtQ/UpOwwnLBiBI/AAAAAAAAFRc/E9aj8PO55Lc/s1600/28a11b26-ce94-43dc-a812-512ff019e8b9.jpg" height="150" width="200" /></a></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8084262468609348988.post-89451427633680049022013-11-23T22:36:00.002+01:002013-11-23T22:52:28.503+01:00Scontro frontale<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div align="justify">
<span style="font-family: Verdana; font-size: small;"><div style="padding: 4px 8px; font-size:69px; background: #fffff; float: left; padding-bottom: 2px; color: #00000; line-height: 40px; margin-right: 1px; padding-top: 12px; font-family: Times New Roman; paddin-right: 2px">E</div><p style="text-align: justify;"> poi a volte mi attraversa un
pensiero ricorrente: sto perdendo il mio tempo. In pratica il castello di
certezze, di conti che tornano, di cuore e ragione che hanno svolto
correttamente il loro compito, cade. Il contesto non ha più giustificazione, le
pseudo motivazioni ( vedi stanchezza e stress accumulato ) diventano alibi. Un
frontale con la realtà dal quale esco con le ossa a pezzi. E allora? Nulla, non
succede niente perché so perfettamente di assolvere con dignità al mio compito
di sopravvivenza. Lo faccio nel pieno rispetto delle regole della società e
adeguandomi a ciò che mi ruota intorno. Il confine tra convinzione e verità è
sottile ed è rappresentato dal senso di dignità; perdo tempo a guardare il
soffitto, a lacerarmi gli occhi davanti a questo monitor oppure lo sprecherei
forzandomi a fare qualcosa che non stimola? Lascio intendere di avere
alternative ma non ne ho: difficile (anzi impossibile) che io mi possa
permettere il lusso di scegliere. Ho lasciato il vuoto dietro ed intorno anche
se, detta così suona come un'ammissione di colpa. Niente di tutto ciò. E' che
poi ci sono Sabati d'inverno e la pioggia fuori, dunque pensi: “Bello mettersi
addosso un pigiama caldo e rilassarsi mentre fuori piove”. E poi ripensi “ Farei
una fatica enorme al solo pensiero di dovermi cambiare per una serata fuori, con
questo tempo”. E' cambiato qualcosa. Succede, a volte. Vanno via velocemente i
giorni, le settimane, i mesi. Arrivano le feste a ricordarci che siamo rimasti
immobili e non abbiamo fatto alcunché per noi stessi. E ne arriveranno altri a
condannarci al solito immobilismo e alle consuete considerazioni. Di fatto non
c'è più voglia di argomentare su discorsi che hanno fatto la muffa, solo
semplicemente dire cosa passa per la testa; e questa sera è venuta a trovarmi la
paura di buttare all'aria qualcosa. Sono un combattente anche se tutto si
direbbe di me fuorché di essere uno che affronta il mondo. Lo sono nella misura
in cui mai e poi mai riuscirò ad accettare questa parabola discendente di cui
sono stato protagonista; su dai, non sono triste, anzi come già dicevo ieri ho
anche voglia di ridere. E faccio bene ora a chiudere questo foglio, metterlo
nella scatola delle sensazioni estemporanee e andare a dormire. Con tanti
complimenti a me.</span></div>
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<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Xqw0Ud6v7ks/UpEf0eD6glI/AAAAAAAAFRM/7tgNFx_k11w/s1600/testa_sul_muro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Xqw0Ud6v7ks/UpEf0eD6glI/AAAAAAAAFRM/7tgNFx_k11w/s1600/testa_sul_muro.jpg" height="200" width="133" /></a></div>
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Enzohttp://www.blogger.com/profile/17956712346194863682noreply@blogger.com0